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Buonasera a tutti, vorrei segnalare che l'amico storico e ricercatore Platon Alexiades ha da poco messo on-line il proprio sito web sulla storia dei sommergibili italiani durante l'ultima guerra. Essendo il frutto di anni e anni di certosine ricerche d'archivio - principalmente svolte all'USMM, ma più in generale anche negli altri archivi storici al di qua e al di là dell'oceano - il sito è, a mio avviso, uno dei più completi e approfonditi esistenti sull'argomento. L'idea di Platon era quella di realizzare un sito web per i cultori di storia di lingua inglese che non conoscano nel dettaglio la storia dei sommergibili italiani durante l'ultima guerra, anche se, grazie a un utilissimo strumento di traduzione in lingua italiana on-line, esso può essere davvero utile e interessante anche per noi appassionati di storia italiani. Come penso molti già sapranno, Platon ha anche collaborato, in passato con il sito web https://uboat.net/, per il quale ha curato la sezione relativa ai sommergibili italiani https://uboat.net/italian_submarines/). Nel fargli i miei più sentiti complimenti per le sue encomiabili iniziative informatiche, vorrei qui ringraziarlo pubblicamente per aver messo a disposizione di tutti gli appassionati il frutto di tanti anni di rigorose e metodiche ricerche d'archivio. Carissimo Platon, Ad maiora semper! CR
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Molti di voi conosceranno il sito web di Navypedia ( https://www.navypedia.org/ ), si tratta di un sito russo dove si può trovare di tutto un po' per quel che concerne le navi da guerra, anche se non si può dire che la qualità sia eccelsa. Nel tempo il sito è migliorato ed ora, in collaborazione niente di meno che con Amazon, è sceso nel campo di battaglia dell'editoria "di carta". Infatti, su Amazon potete già trovare tutta le serie, redatta da Ivan Gogin, "Fighting Shpis of World War Two 1937-1945", sette volumi dedicati alle sette maggiori Marine Militari dell'epoca, UK, USA, Giappone, Germania, Italia, Francia, URSS. I prezzi variano dai 5 ai 16 euro per volume, la carta su cui sono stampati è molto semplice, sono rigorosamente in bianco e nero. I disegni delle navi sono in puro stile Navypedia, direi buoni, le foto pessime, i testi accettabili. La stampa è realizzata proprio da Amazon. Tutti i volumi, oltre che cartacei, sono disponibili anche in formato Kindle, l'e-pub di Amazon. Avrete capito che ho comprato uno di questi volumetti, of course quello dedicato alla Regia Marina. Discreto in assoluto, ma per 5,71 euro direi ottimo . Ho però notato che ora il volume costa 13,68 euro ... nessuna meraviglia, la politica dei prezzi di Amazon è imperscrutabile.
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L’Ing. Repossi, tra i ricordi del padre, mi riferì del siluramento del Bolzano in agosto ’42 e mi disse che aveva un libro in cui era descritta tutta la vicenda. Gli chiesi di prestarmelo, ma la cosa non era tanto semplice; il libro era già esaurito quando il padre cercò di procurarselo e riuscì solo ad avere una copia in prestito che fotocopiò integralmente. Nel frattempo avevo cambiato lavoro ed ero andato a Venezia come direttore di cantiere per l’impianto di trasporto bagagli del nuovo aeroporto; ero da solo nella baracca del cantiere dove avevo una mastodontica vecchissima fotocopiatrice che copiava un foglio alla volta. Come è tipico di questi lavori, periodi di attività frenetica si alternavano a periodi in cui c’era poco da fare, per cui mi feci prestare le fotocopie e con pazienza, poco alla volta, fotocopiai di nuovo le 400 pagine del libro. Mi sembrava di averlo letto e lo ricordavo noioso, scritto nello stile retorico tipico del periodo; recentemente lo ho ripreso perché pensavo riportasse la vicenda dell’ipotetico bombardamento costiero del Bande Nere. Probabilmente avevo scorso solo l’inizio, ora lo ho letto integralmente e ne ho avuto una impressione completamente diversa. Il libro è “Vento in prora - Pagine di guerra” di Armando Traetta, in pratica la sua autobiografia dal giugno ’40 al settembre ’43, scritto immediatamente dopo i fatti e pubblicato nel 1950. L’autore avvisa che ha preferito lasciare il libro così come era in origine, perché così rispecchia lo spirito e la mentalità delle persone che agivano in quel momento e direi che questo è il maggior pregio del libro. Le notizie sugli esiti delle battaglie sono quelle che si conoscevano al momento, naturalmente spesso imprecise, ma non lo considero un difetto; giustamente l’autore dice che questo non è un libro di storia. Il libro mi ha fatto riflettere su come noi, appassionati di storia navale e di battaglie, concepiamo la guerra; leggiamo i numeri dei morti e feriti, sappiamo cosa significano, ma in fondo li consideriamo come fosse il risultato di un videogioco o di una partita di calcio. I libro racconta storie tremende vissute da testimone diretto, come quella di un marinaio che esce felice dall’ospedale perché ha perso un braccio, ma è riuscito a salvare una gamba che era andata in cancrena e vicinissima all’amputazione. O quella di un marinaio che in occasione del bombardamento del Gorizia era rimasto con le gambe schiacciate da una pesantissima piastra di corazza; per tentare di salvarlo gli vengono amputate le gambe sul posto, da un infermiere perché il dottore era morto, e anche lui muore appena finita l’operazione. O quando a Napoli durante le riparazioni del Bolzano, vuotando un locale allagato si ritrova il teschio di un marinaio dato per disperso qualche mese prima; naturalmente non era un estraneo, era una persona con cui si era vissuti fianco a fianco per più di due anni. Tornando ad argomenti più tecnici e meno deprimenti, Traetta era imbarcato sul Bolzano dall’inizio della guerra, fu gravemente ferito in occasione del primo siluramento del Bolzano, ritornò a bordo appena ristabilito e vi rimase fino alla sua ultima destinazione La Spezia. Poi fu destinato al Gorizia e vi rimase fino al trasferimento a La Spezia, gravemente danneggiato da un bombardamento a La Maddalena. Infine fu destinato a Genova sul Freccia come direttore di macchina e al momento dell’armistizio sovraintendeva al recupero della nave nel frattempo affondata in un bombardamento. Interessante il resoconto dei danni al Bolzano a Punta Stilo. Fu colpito da un proiettile a poppa che fece pochi danni ma troncò i cavi elettrici che alimentavano una delle due elettropompe che azionavano il timone; con questo danno il timone avrebbe dovuto mantenere la sua posizione, invece ruotò completamente da un lato e la nave fece un circolo completo finché si riuscì a passare al controllo manuale del timone. Solo dopo ci si rese conto che un secondo proiettile della stessa salva era esploso in acqua vicino alla poppa e lo spostamento dell’acqua aveva portato il timone a incastrarsi a fine corsa a sinistra. Sui libri di storia è scritto “danni trascurabili, la nave è rientrata immediatamente in servizio. Nel libro di Traetta si scrive anche di morti, di funerali con picchetto d’onore, di madri e parenti da avvisare, di feriti da visitare in ospedale. Il libro continua con gli avvenimenti successivi, Taranto, Capo Teulada, Matapan, ma io salto al 7 agosto 1941, quando il Bolzano fu silurato da un sommergibile e Traetta rimase seriamente ferito, anche se si riprese abbastanza rapidamente, fu dichiarato ancora idoneo e su sua richiesta riassegnato al Bolzano quando era in riparazione a Genova. Tommaso Repossi racconta che in questa occasione dei marinai annegarono perché rimasti chiusi dalle porte stagne in locali allagati e che degli ufficiali, con le pistole in pugno, impedirono ai loro compagni di riaprire le porte per soccorrerli. Gli ufficiali potrebbero anche aver avuto ragione, forse i marinai non si potevano comunque salvare e riaprire le porte stagne poteva mettere a rischio la nave; non so se Repossi fosse testimone diretto o riferisse quanto detto da altri, non so quanto questo racconto sia attendibile, ma a pag. 163 è riferita una circostanza che lo fa ritenere basato su un fatto reale. Molti giorni dopo il siluramento furono recuperati i corpi di due marinai di guardia all’elettropompa del timone ed è probabile che siano morti annegati. La prossima volta racconterò la fine del Bolzano.
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Se cliccate sulla scritta "VIMEO" il video si apre in una nuova finestra dove potete vederlo a pieno schermo. Il filmato è stato proiettato in tre parti il 7 maggio 2016, nella serata-evento “AUDACE, storia di un cacciatorpediniere” al teatro Gustavo Modena a Palmanova (Udine). Parte 1: L’affondamento della TA 20 (da 00:00 a 4:38)Parte 2: Il cacciatorpediniere AUDACE dalle origini alla cattura (da 4:38 a 9:23)Parte 3: Il relitto della TA 20 (da 9:23 a 19:03)Parte 4: Crediti e Titoli di Coda (da 19:03 a 20:11) La torpediniera Audace ha avuto una lunghissima vita operativa. Costruita in Scozia per la marina giapponese ma ceduta all'Italia ancora in cantiere, ha attraversato due guerre mondiali sotto bandiera italiana e tedesca e, per una serie di coincidenze, si è trovata "testimone" di alcuni momenti storici significativi: Alla firma dell'armistizio con l'Impero Austroungarico, il 3 novembre 1918, fu la prima nave italiana ad entrare a Trieste dichiarandone l'annessione all'Italia. Una settimana dopo trasportò per la prima volta il re a Trieste. Il molo San Carlo fu ribattezzato Molo Audace proprio dal nome della nave. Il 9 settembre 1943, dopo la dichiarazione dell'armistizio, fu una delle ultime navi a lasciare Trieste prima che fosse occupata dai tedeschi che la catturano due giorni dopo a Venezia dove era bloccata per un guasto ai motori. I tedeschi la ricondizionarono e ribattezzarono TA 20 utilizzandola nelle operazioni in alto Adriatico per il resto della guerra. Il 1 novembre 1944 in uno scontro navale con una squadra inglese la nave affondò portando con se la maggior parte dell'equipaggio. Ad ottobre 2015 la Coral Sub di Palmanova ha organizzato delle immersioni in Croazia per filmare il relitto della torpediniera TA 20 (ex Audace). La nave si trova ad 80 metri di profondità nel canale tra le isole di Pago e Lussino. Avrei dovuto realizzare unicamente le riprese subacquee ma il tempo passato nelle ricerche di materiale d’archivio mi hanno convinto a realizzare un mini documentario che andasse oltre alla semplice immersione raccontando i due momenti fondamentali nella storia di questa unità. Il relitto fu individuato nel 1999 da Mario Arena e Luca Laneve. Pochi anni dopo un altro gruppo visitò la nave ma purtroppo, a causa delle condizioni proibitive del sito di immersione non sono disponibili immagini subacquee che ne documentino le condizioni. Questa volta sono riuscito ad ottenere delle riprese che oserei definire “quasi decenti” vista la scarsissima visibilità. Lo stato degli oggetti ripresi è emblematico della difficoltà di dare un senso a quanto si vede in acqua. La fauna bentonica rende irriconoscibili anche gli oggetti più comuni. In Adriatico le condizioni sono tali da ricoprire tutto sotto uno spesso strato di ostriche e spugne. Da qui l’idea di un filmato in cui le le armi e parti del relitto, trasformate quasi in sculture, siano alternate a delle fotografie di archivio in modo che gli oggetti ripresi siano intellegibili anche alla famosa casalinga di Voghera. Ringrazio l’AIDMEN per il supporto ricevuto con il materiale d’archivio e consigli avuti fino dalla ideazione del progetto. In particolare modo: Nereo CastelliFrancesco De DomenicoZvonimir FreivogelMarco GhiglinoNicola RagnoliGiorgio SpazzapanChiedo scusa fin da subito per gli errori e imprecisioni contenute nel mini documentario. Sono inevitabili in questo di lavoro considerando che era la prima volta che mi cimentavo in una sceneggiatura e montaggio così complessi. Qualcosa mi è stato fatto già notare nelle preview del video. Qui i ringraziamenti all'AIDMEN all'inizio della serata:
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Segnalo l'uscita del libro di Zvonimir Freivogel e Achille Rastelli "Adriatic Naval War 1940 - 1945. Il libro è l'edizione in lingua inglese aggiornata e corretta di una precedente edizione in lingua croata Dalla quarta di copertina: As a maritime "buff" I was always interested in the Adriatic naval history between 1941 (in fact 1940) and 1945, but it wasn't easy to find objective reports covering this period. All available sources in former Yugoslavia were one-sided when describing these events and operations, mostly exalting the Partisans (NOVJ Navy), with enemies remaining "faceless" or being shown - similar to many films and comic strips of the post-war era - as savage bandits or easy prey for always alert and super-human Partisan heroes. Like most boys from my generation I was fed-up with this kind of "information" about the war at sea, where for example no information on "former Navies" (Austro-Hungarian and Royal Yugoslav alike) was to be found, but Italians and Germans were in spite of their steel ships always chased away by our "wooden destroyers with steel-hearted crews". It became clear to me that a book was missing that would list - concise and objective - the operations of all participants in the Adriatic naval war between 1940 and 1945. In Great Britain several popular books about their FAC operations were published almost immediately after the war, but these are mostly sold-out, with only few reprints appearing in late 20th Century, and several years ago new series on technical data and operations of British MTBs and MGBs appeared. The book is dedicated to late Dr. Achille Rastelli, a well known Italian naval historian and author of many books and articles on Italian merchant marine and naval forces. His unselfish will to help and his infinite knowledge would be missed by friends and colleagues across the world, because he was always ready to assist with data or pictures from his great collection.