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L’ Orso non solo ha imparato a nuotare, ma vuol fare l’ arbitro....


CARABINIERE
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Vi ricordate la guerra Fredda, l’ “ombreggiamento” reciproco con i sovietici, la guerra dei sei giorni e le missioni in Libano?

Abbiamo di nuovo a che fare con l’ Orso, che ai  tempi stava rapidamente imparando a nuotare…..   

 

L’ Orso non solo ha imparato a nuotare, ma vuol fare l’ arbitro, e non solo a pallanuoto 

Il Ministro della difesa russo, Shoigu – come emissario di Vladimir Putin – è appena arrivato in Israele per dimostrare che lo spazio lasciato libero dagli Stati Uniti in Medio Oriente ha già un nuovo occupante, un Orso che vuole essere l'arbitro (non certo imparziale) della prossima guerra tra Israele ed Hezbolla, che tutti danno per certa, si tratta solo di prevedere quando.

La mossa rientra nello scenario della strategia russa di appoggio incondizionato a Bashar el Assad, quello che ha  permesso al dittatore siriano di restare al potere per ben sette anni di mobilitazione, interna ed esterna,  contro di lui. 

Un cambiamento profondo nei rapporti con Israele, che – a cambio dell’accettazione della presenza russa -  vuole continuare a garantire alla sua aviazione la libertà (pur sotto tutela dei radar russi, operati da russi, posizionati in Siria) di colpire i trasferimenti di armamenti dall'Iran all'Hezbollah libanese.

Non l’ inizio di grandi manovre, ma l’ accelerazione della volontà/necessità di Israele di ottenere o una rottura o il riconoscimento  dall’organizzazione, Hamas,  che da oltre dieci anni domina gaza;   un riconoscimento con aspetti concreti, lo smantellamento delle milizie  ed il taglio dei legami con l’Iran

I negoziati tra gli israeliani e i palestinesi sono congelati (ormai ibernati) dall’aprile del 2014, da quando Netanyahu ruppe le trattative perché i fondamentalisti di Hamas erano stati accolti in un governo di unità nazionale.

I russi devono essere se non arbitri né garanti, almeno spettatori passivi delle azioni di Israele che comincerebbero con l’interruzione dei versamenti all’Autorità palestinese delle tasse che Israele raccoglie in sua vece « .. per non finanziare il terrorismo».

Israele si sente nuovamente stretta tra nemici in Libano e nemici a Gaza, e considerano inaccettabile «il sistema Hezbollah»: «Quel che succede in Libano non può essere replicato nei territori palestinesi, non è possibile parlare di Stato, se alcuni elementi non sono sottoposti alla legge».

Non occorre neppure trascurare gli interessi e le pressioni dell’Egitto, i cui servizi segreti  giocano anche un ruolo per l’intesa tra le fazioni palestinesi.

Occorre mettersi d’accordo su alcuni punti fondamentali: gli islamisti sono disposti a cedere l’amministrazione civile, non vogliono rinunciare alle «brigate della resistenza» contro Israele, un nome battagliero per garantirsi di poter conservare le armi, islamisti che coincidono con i fondamentalisti che controllano Gaza, strappata di fatto all’ Autorità palestinese con un colpo militare nel 2007;  il punto è questo, la cessione  del controllo, magari rafforzando Abu Mazen-

Il compromesso, inaccettabile per Israele,  è che Hamas lasci all’Autorità il controllo della polizia ma mantenga il controllo dell’ala militare, le Brigate Ezzedin Al Qassam, ed a prepararsi per la prossima guerra.

L’ Orso può giocare un ruolo importante (magari con l’ Egitto) .. ma sarà disposto ad allearsi di fatto con Israele contro l’ Iran ? (occhio!:  è anche il problema di fondo della politica di Trump contro l’ Iran ..)

​L' Orso ha i piedi saldamente in terra, ma se si apre una nuova fase, l' orso dovrà nuotare, molto e costantemente, nelle acque mediterranee ... e la guerra non sarà solo aerea ma soprattutto navale

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La fallimentare politica mediorientale di Obama e di Kerry, che  erano riusciti nel capolavoro  di alienarsi tutti gli alleati tradizionali,   da Israele (fino al clamoroso voto antisraeliano al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per la prima volta da 70 anni in qua), all'Arabia Saudita, all'Egitto, e via enumerando, in cambio di una détente con la parte moderata del governo iraniano con dubbie contropartite commerciali (la Boeing sopratutto), ha spianato una prateria alla abile e spregiudicata politica di Putin.

Cinque anni fa la Russia non esisteva in Medio Oriente, oggi un re saudita va a Mosca, dove non era MAI andato dai tempi dall'incontro tra Ibn Saud e Roosevelt nel febbraio 1945 sull'incrociatore americano nel Mar Rosso; la Siria filorussa  di Assad si è consolidata; la Turchia è allo sbando, contro tutto e contro tutti; l'Iraq è alle prese con i curdi. L'Iran si gioca la sua partita, oggi come sempre, in autonomia rispetto alle grandi potenze (le basi aeree concesse ai russi per una settimana per i raids in Siria a condizione che non si sapesse, poi rifiutate).  Gli unici alleati rimasti agli USA sono i curdi, che però hanno contro l'Iraq, l'Iran, la Turchia, la Siria...

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La mia impressione è che gli ultimi presidenti americani (Bush jr., Obama e Trump) non avessero (abbiano per Trump) una "politica estera".

Adattano alle necessità di politica interna i loro interventi esteri ... anche se Trump esagera di certo con la diplomazia via twitter, spesso facendo ridere e preoccupare mezzo mondo.

 

Detto questo, il Medio/Vicino Oriente resta una palude in cui è facile entrare ed impossibile uscire: l'Orso aveva già imparato a nuotare ai tempi dell'URSS, quindi le nozioni basilari sono ancora presenti, ma penso che navigare senza navi d'altura sia ben più difficile.

A disposizione del Cremlino sono soltanto le corvette ed i sottomarini e, comunque, in numero limitato: una cosa è fare lanci missilistici dal Mar Caspio verso i miliziani dell'ISIS, altro è esercitare il potere marittimo, anche nella versione ridotta di "sea denial".

I mezzi utilizzabili permettono a Putin la creazione di bolle A2/AD, ma nient'altro: tolti i venerabili incrociatori e cacciatorpediniere dell'epoca socialista, alla flotta di superficie restano un pugno di fregate e di corvette, delle quali non conosciamo l'effettiva efficienza, con apparati motori senza ricambi.

Non so a quale guerra navale alluda Carabiniere, ma fra Israele ed Hezbollah (o Hamas) temo assisteremo al solito svolgimento bellico: bombardamenti israeliani, razzi arabi, puntate offensive terrestri di Tsahal, copertura della flotta israeliana ... e poi via per un nuovo giro.

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Carabiniere scrive:

"​L' Orso ha i piedi saldamente in terra, ma se si apre una nuova fase, l' orso dovrà nuotare, molto e costantemente, nelle acque mediterranee ... e la guerra non sarà solo aerea ma soprattutto navale"

Ma quale guerra?

L'unica guerra possible in Mediteraneo è tra Russia e Stati Uniti, e in questo caso il Mediterraneo sarebbe un teatro del tutto secondario, l'ultimo dei problemi.

Si può ipotizzare che gli Stati Uniti decidano di intercettare le navi russe che portano rifornimenti alle forze russe in Siria, come avevano fatto in occasione della crisi dei missili a Cuba.

Dalla crisi di Cuba sono passati più di 50 anni, ripeterla sarebbe un atto gravissimo, non credo che gli Stati Uniti si spingerebbero a tanto senza una grave motivazione e questa grave motivazione non c'è, almeno io non la vedo.

Comunque la Russia non sarebbe danneggiata più che tanto, potrebbe mandare i rifornimenti per via aerea o via terra attraverso la Turchia, che probabilmente spaventata si schiererebbe decisamente dalla parte dei russi.

I russi smetterebbero di inviare rifornimenti via mare, non avrebbe senso reagire.

Ammesso poi che di questi rifornimenti siano realmente necessari e che attualmente ci siano.

Conclusioni:

Non ci sarebbe guerra neanche in questo caso estremo.

Le navi russe in Mediterraneo servono solo a mostrare la bandiera, non difendono interessi concreti, non hanno una reale importanza militare.

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Carabiniere scrive “… della prossima guerra tra Israele ed Hezbollah, che tutti danno per certa, si tratta solo di prevedere quando.”

Non ho sentito previsioni tanto univoche, ma è certamente possibile.

La guerra c’è già stata nel 2006 su iniziativa di Israele, con il pretesto di un incidente di frontiera e non andò bene per Israele che alla fine dovette ritirarsi dopo un’avanzata di pochi chilometri.

Adesso l’esercito regolare libanese dovrebbe essere ancora schierato sul confine separando israeliani da Hezbollah, quindi riprendere la guerra è più complicato, ma questo non esclude nulla.

Pur con la migliore disposizione verso Israele, la storia degli anni dalla creazione dello stato di Israele ad oggi, non può essere descritta diversamente che come una serie ininterrotta di aggressioni verso i suoi vicini.

Aggressioni giustificate come guerre preventive e lotta al terrorismo, ma che ad un esame razionale sembrano incomprensibili.

Israele è fortissimo militarmente, ha la bomba atomica e l’appoggio degli Stati Uniti, quindi non ha niente da temere dai suoi vicini, tutti con gravi problemi interni: Siria in guerra civile, Iraq nel caos, Egitto con guerriglia nel Sinai.

Rimane l’Iran, ora agitato come spauracchio, ma comunque molto più debole e lontano.

È vero che in Israele ci sono sporadici attentati terroristici, ma non peggio che in Europa, e poi non si capisce come un bombardamento su Gaza possa impedire l’azione di un attentatore isolato armato con un coltello o un’automobile.

L’unica spiegazione che posso darmi è che il governo israeliano non voglia la pace, ma operi deliberatamente per mantenere la tensione e lo stato di guerra.

In primo luogo per ragioni di politica interna, la destra è al potere e per rimanerci è vantaggioso atteggiarsi a salvatori della patria e indicare come traditori chi vuole la pace.

Ma credo che ci sia una ragione più profonda di lungo periodo.

Israele è sempre stato in guerra e la pace cambierebbe profondamente la sua natura.

In pace l’economia di Israele attirerebbe una grande quantità di immigrati, tutti mussulmani con un tasso di natalità molto superiore a quello degli israeliani; alla lunga i mussulmani finirebbero in maggioranza e non sarebbe possibile mantenere un regime di apartheid come era in Sud Africa.

Quindi credo che il governo Israeliano ritenga che Israele può sopravvivere solo in guerra e agisce coerentemente.

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