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LE QUARANT'OTTO ORE DEL GRANDE AMMIRAGLIO THAON DE REVEL


Francesco Mattesini
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"Se non c'è il verbale il Consiglio dei Ministri del 12 settembre non c'é stato, ma potrebbe esserci stata un'altra riunione, per esempio dei Capi di stato maggiore a cui partecipava Mussolini. Sicuramente Mussolini la presiedeva e poteva fare la domanda a voce a Revel, ma poteva voler non interrompere un altro partecipante che stava facendo la sua relazione o preferiva che la risposta fosse conosciuta solo da lui".

***

Sono soltanto ipotesi. Mi ha telefonato stamani il Dott. Augusto De Toro sull'argomento, e la pensa come me. Nel frattempo intende telefonare a Ferrante, che conosce molto bene, mentre io l'ho soltanto visto ma non ci ho mai parlato.

Il biglietto potrebbe anche esserci, ma nessuno l'ha visto.

E' invece chiarissimo il Documento di De Revel a Mussolini del 13 settembre. Di Toro é daccordo che si tratta di un ipotesi di dover affrontare in futuro la Flotta britannica, ma non in querl momento in cui l'Inghilterra, lo dice l'addetto navale a Londra a Revel, era amica e alleata dell'Italia.

Quindi fare un intervento su alcuni importanti ammiragli che avrebbero supplicato e convinto  Mussolini ad abbandonare Corfù é errato. Mussolini aveva comunicato, prima dello sbarco, alle  Ambasciate italiane di comunicare ai vari Governi e all'opinione pubblica, che la conquista di Corfù era da considerarsi pacifica e temporanea, fino a quando la Grecia non avesse accettato le condizioni del Governo italiano.

Forse, per il biglietto, si é trattato di un altra discussione, in cui non ci entrava la questione di Corfù.

La colpa del bombardamento di Corfù é tutta da accreditare all'ammiraglio Solari. Ho appena finito di scrivere l'appunto che gli fece Thaon De Revel il 30 settembre 1923, con lettera n. L. RR. F. 21.:

a) Alle 16,38 del 30 agosto venne comunicato a V.E. l’ordine di partire con la Forza Navale alla sua dipendenza, per Gallipoli ed alle 23,25 venne trasmesso l’ordine di immediata esecuzione dell’operazione relativa all’occupazione di Corfù. Questo telegramma risulta trasmesso a V.E. e non si riesce quindi a spiegare il ritardo della partenza da Gallipoli che risulterebbe avvenuta alle 1,45 del 31 agosto. Poiché la distanza da Gallipoli a Corfù è di miglia 123, passando per l’imboccatura Nord, è di 143 miglia, raggiungendo l’ancoraggio a mezzogiorno, ne deriva che le navi se avessero navigato alla velocità di miglia 15 sarebbero giunte a destinazione alle 10 passando da Nord ed alle 11.30 passando da Sud. Giunsero invece alle 15.30.

Non si comprende la necessità del passaggio delle navi a Sud e si giudicano anche non giustificate le misure precauzionali prese contro l’eventuale collocazioni di torpedini da parte dei Greci, tenendo anche conto che l’azione, essendo stata improvvisa, sarebbe mancato il tempo materiale per la posa di sbarramenti, anche se tutto fosse stato già predisposto per l’esecuzione. Se il ritardo dalla partenza di Corfù fu causato dall’attesa dell’arrivo di alcune unità minori, che ancora non erano giunte a Gallipoli, quando venne dato l’ordine di partenza, si giudica che questa circostanza non poteva essere in alcun modo consigliare il ritardo della partenza di tutte le unità. Il ritardo della partenza da Gallipoli, il passaggio per iol Canale Sud di Corfù, fecero invece sì che l’arrivo a Corfù ebbe luogo con un ritardo di più di cinque ore e mezzo sull’ora in cui avrebbe potuto aver luogo.

b) Per il prolungarsi della discussione, da escludersi, fra il Comandante Foschini e le autorità politiche, il preavviso stabilito di due ore ai Consoli esteri venne ridotto a trenta minuti. Evidentemente questo limite di tempo, che risulta in un documento scritto comunicato ai Consoli, si presta a giudizi sfavorevoli essendo insufficiente per i fini che si proponeva.

c) Dal tenore del proclama per l’occupazione, confermato dalle parole che figurano nel foglio 321 del 31 agosto, diretto da V.E. ai Consoli, in cui chiaramente si parla di occupazione pacifica, doveva apparire evidente l’opportunità di non ricorrere alla violenza per l’occupazione dell’Isola, a meno di eventuali offese, che avrebbero dovuto essere represse, potendosi allora giudicare chiaramente l’uso delle nostre armi. L’opportunità dell’occupazione pacifica era anche consigliata dalle precise notizie circa la scarsa guarnigione di Corfù, contenuta nelle relazioni del Tenente di Vascello Daretti e da quelle comunicate a V.E. provenienti dall’addetto Militare di Atene che confermavano l’inesistenza di artiglierie nell’Isola. Ma pur ammettendo che la resistenza verbale del Comandante militare dell’Isola alle condizioni imposte dal Comandante Foschini possa in qualche modo giustificare l’intimidazione, prima dello sbarco delle truppe, con qualche colpo in bianco dei pezzi di piccolo calibro (od al massimo con qualche colpo con proietto da esercizio contro le scarpate dei forti, in ghisa da non produrre vittime e danni), non è giustificabile il notevole numero di colpi sparati da varie unità e tanto meno si comprende l’impiego fatto dai pezzi da 149 del “Prenuda”, che nella prima comunicazione di V.E. non compariva.

La presenza di profughi nella fortezza vecchia di Corfù doveva essere nota a V.E. per quanto è chiaramente detto nella relazione in data 13 agosto del Tenente di Vascllo Daretti e deve quindi maggiormente rilevarsi la inopportunità di aver scelto come bersaglio l’interno del recinto di questa fortezza, impiegando per giunta artiglierie di medio calibro. Manchevole fu anche il servizio R.T.: né le successive avarie valgono a scusare il mancato annunzio della presa di Corfù, che giunse al R. Governo subito dopo la mezzanotte.

In definitiva l’ammiraglio Thaon De Revel, che scrisse la lettera anche sotto la pressione dell’opinione pubblica dei vari paesi per un cannoneggiamento che causo la vita e il ferimento di profughi (numero modestissimo ma ugualmente increscioso e ingigantito dalla stampa internazionale, in particolare di quella anti italiana) dette la colpa dell’incidente del cannoneggiamento all’ammiraglio Solari. Questi, in effetti non realizzò il programma di un “occupazione pacifica” di Corfù, come si era affrettato a comunicare preventivamente Mussolini all’opinione pubblica internazionale. Solari avrebbe dovuto evitare di sparare con vero esplosivo, ma impiegare colpi da esercizio, e soprattutto non doveva ordinare all’esploratore Premuda, che sapeva avere cannoni medi da 149/50 mm, di sparare sul Forte Basso di Corfu, anche per il fatto che il comandante Foschini aveva riferito a Solari che vi si trovavano molti profughi. L’ammiraglio effettuò il cannoneggiamento perché, avendo perso tempo nella navigazione per raggiungere Corfù, e con le truppe che dovevano sbarcare prima di notte, invece di concedere ai Greci due ore di tempo per concordare la loro resa, aveva ridotto il tempo dei colloqui soltanto a mezzora. Pertanto, nel fargli notare i suoi errori, l’ammiraglio Thaon De Revel aveva perfettamente ragione.

Edited by Francesco Mattesini
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Visto che state continuando :), non aggiungo nemmeno una riga, solo una foto del 1924 (un anno dopo i fatti di Corfù) in cui si vedono le cinque corazzate in servizio all'epoca, in testa la più anziana, DANTE ALIGHIERI, seguita dalle quattro CAVOUR/DORIA.

12_990.thumb.JPG.5feb8eb18976af18f7649c4e344d0856.JPG

La foto, appartenente alla mia collezione, non è inedita, l'avevo già pubblicata a corredo di un articolo del Bollettino AIDMEN dell'anno scorso.

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1 ora fa, Giancarlo Castiglioni ha scritto:

Dove è stata presa la fotografia? E in che occasione?

Per il biglietto non è sorprendente che non si trovi. Sarà stato cestinato da Mussolini subito dopo averlo letto.

Nei pressi di Gaeta al termine delle grandi manovre del 1924.

Non hai letto l'articolo sull'ultimo Bollettino. :) ;)

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  • 3 months later...

A parte il biglietto, che nessuno ha visto, per il resto ci sono tante ipotesi su cui si può concordare. Una cosa é chiara, però, l'operazione Corfù la voluta ed é stata preparada dalla Marina, per tenersi l'isola, la crisi é scpppiata con l'incidente Tellini, e Mussolini, non fu daccordo nel tenersi Corfù, lo aveva detto ufficialmente fin dalla sua prima dichiarazione, prima ancora dello sbarco.

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1 ora fa, Francesco Mattesini ha scritto:

A parte il biglietto, che nessuno ha visto, per il resto ci sono tante ipotesi su cui si può concordare. Una cosa é chiara, però, l'operazione Corfù la voluta ed é stata preparada dalla Marina, per tenersi l'isola, la crisi é scpppiata con l'incidente Tellini, e Mussolini, non fu daccordo nel tenersi Corfù, lo aveva detto ufficialmente fin dalla sua prima dichiarazione, prima ancora dello sbarco.

Quindi la storia delle "quarantotto ore" sarebbe stata inventata dalla Regia Marina per scaricare la responsabilità della ritirata su Mussolini?

 

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Effettivamente da quanto detto sopra sembrerebbe che la Marina pensasse di tenersi Corfù, mentre Mussolini, con maggiore buon senso, intendeva solo una occupazione temporanea. Esattamente il contrario della versione corrente, con Mussolini, che voleva tenersi Corfù, riportato alla ragione dalla Marina.

Sbagliato sia in un caso che nell'altro. Quello che conta sono i fatti, non si fa il processo alle intenzioni. Si possono fare delle ipotesi sulle intenzioni, ma rimanendo consapevoli che lasciano il tempo che trovano.

Non ci si può fidare neanche delle dichiarazioni di un politico, è normale che dichiari una intenzione mentre in cuor suo preferirebbe fare il contrario.

Il processo alle intenzioni al giorno d'oggi è una specialità dei nostri giornalisti, che danno per certo che Putin intendeva occupare tutta l'Ucraina, per proseguire con i paesi baltici, la Finlandia e magari anche la Polonia.

Tornando a Corfù, l'occupazione era stata concepita per avere una carta di scambio con la garanzia sul Dodecaneso, non si sapeva quanto sarebbe durata, quindi per eseguire gli ordini la Marina aveva il preciso dovere di prepararsi anche nel caso di una occupazione prolungata.

Concludendo su Corfù non credo ci sia mai stata una reale differenza di vedute tra Marina e Governo.

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Vedo che rimangono i pareri discordi su chi voleva occupare e tenersi Corfù. Al di là della versione, che mi sembra cerchiobottista, che Marina e Governo fossero d'accordo  e insieme utilizzavano l'isola come "ostaggio".

Fondamentalmente d'accordo, invece, che il Dodecaneso fosse importante per tutti.

 

 

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