Francesco Mattesini Posted September 1, 2022 Report Share Posted September 1, 2022 Sono andato a controllare, ed ho scoperto che la frase si trova nel supplemento alla Rivista Marittima del 2017. Secondo l''Autore, Enzo Ferrante, vi si spiega chiaramente che non si trattava di conversazioni ufficiali, ma soltanto da quanto il grande ammiraglio Thaon De Revel aveva “raccontato in famiglia”. Avrebbe anche detto, ed è sempre una confidenza a cui difficilmente si può dar credito, che ad una richiesta di Mussolini, fatta “con un biglietto” (?) su “Quanto l’Italia può resistere contro la Gran Bretagna”, avrebbe risposto “Quarantott’ore”. Cosa assolutamente fuori da ogni concetto logico, anche se vi era una consistente supremazia navale della Royal Navy, che però aveva il massimo delle sue forze distribuito in tutti i mari del mondo. Secondo l'ammiraglio Foschini, la Gran Bretagna aveva allora nel Mediterraneo cinque navi da battaglia e l'Italia quattro, tutte del tipo "Cavour". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 1, 2022 Author Report Share Posted September 1, 2022 Ha scritto ancora Ferrante nel suo articolo: “Da parte sua Revel non poteva che di vedere di buon occhio, di per sé, un colpo di mano militare di Corfù che avrebbe posto fine alla lunga serie delle deplorate “rinunce adriatiche” e che avrebbe costituito notevolmente a risolvere l’annoso problema dell’Adriatico con l’occupazione della forte posizione strategica corfiota”. Allora perché, conclusa la conquista di Corfù, cominciò a sorgere in lui il timore di un confronto con la Gran Bretagna, che era argomento fondamentale a cui avrebbe dovuto pensare al momento stesso della stesura dei piani, facendolo notare a chi di dovere. Come al solito, si lancia il sasso e poi si nasconde la mano. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 1, 2022 Author Report Share Posted September 1, 2022 In realtà, come risulta dai Documenti Diplomatici Italiani (il n. 18762 del 13 settembre 1923, p. 229-230), l’ammiraglio Thaon De Revel, in un lungo memorandum al Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Mussolin, comunicò tra l’altro, quando il reimbarco delle truppe da Corfù era già stato deciso, quanto segue: “Il dipendente Ufficio di Stato Maggiore ha dovuto in questi ultimi tempi per i suoi studi, presupporre che l’Italia fosse impegnata contro una coalizione formata dalla Jugoslavia con la Grecia appoggiata dall’Impero Britannico. Mentre per la parte militare marittima, nessuna preoccupazione darebbe per il momento l’unione delle due potenze balcaniche, difficoltà gravi si presenterebbero se a quelle nazioni si unisse la potenza navale della Gran Bretagna. Ma la partita non potrebbe essere, a priori, considerata disperata se … “fosse radunata” … in Sicilia una forza aerea di non meno 200 apparecchi, se il rifornimento dei combustibili e di materie prime fosse assicurato d’oltre Alpe e se dalla Cirenaica partissero uomini e denari per fare insorgere l’Egitto”. … Riferendosi alla base di Malta, che doveva essere neutralizzata dall’Aviazione, e alle due portaerei britanniche presenti nel Mediterraneo, a cui se ne sarebbero potute aggiungere altre cinque che si trovavano nel Mare del Nord (il tutto con a bordo 200 aerei”, De Revel sostenne, sottovalutando la potenza della Royal Navy: “ma all’inutilizzazione di queste ultime [le portaerei] provvederà la Marina a mezzo del naviglio sottile di ogni specie e degli idrovolanti”.(sic) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted September 1, 2022 Report Share Posted September 1, 2022 6 ore fa, Francesco Mattesini ha scritto: Sono andato a controllare, ed ho scoperto che la frase si trova nel supplemento alla Rivista Marittima del 2017. Secondo l''Autore, Enzo Ferrante, vi si spiega chiaramente che non si trattava di conversazioni ufficiali, ma soltanto da quanto il grande ammiraglio Thason De Revel aveva “raccontato in famiglia”. Avrebbe anche detto, ed è sempre una confidenza a cui difficilmente si può dar credito, che ad una richiesta di Mussolini, fatta “con un biglietto” (?) su “Quanto l’Italia può resistere contro la Gran Bretagna”, avrebbe risposto “Quarantott’ore”. Cosa assolutamente fuori da ogni concetto logico, anche se vi era una consistente supremazia navale della Royal Navy, che però aveva il massimo delle sue forze distribuito in tutti i mari del mondo. Secondo l'ammiraglio Foschini, la Gran Bretagna aveva allora nel Mediterraneo cinque navi da battaglia e l'Italia quattro, tutte del tipo "Cavour". Buon pomeriggio. Grazie per il sollecito riscontro. Avevo trovato anch'io il Supplemento della Rivista Marittima a firma Ezio ferrante in cui viene narrato l'episodio, però io leggo qualcosa di diverso da quello che ha scritto. Per chi non ha il Supplemento riporto la scansione del passo: Da quello leggo, anche se posso sbagliare, si trattò di un rapido scambio tra il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro della Marina durante una riunione del Consiglio dei Ministri. Non possono certo esserci bolli, timbri e protocolli della burocrazia ministeriale ma, se Ferrante non sbaglia, lo scambio ci fu e fu in un'occasione ufficiale. Se mi permettete un riferimento personale, millanta volte i miei "capi", durante riunioni aziendali o sindacali, passavano (a me e ad altri collaboratori) bigliettini per avere conferme, chiarimenti, aggiornamenti; la risposta era ovviamente vergata sullo stesso bigliettino, anche per evitare confusioni; in base alle risposte, mediandole con la propria esperienza, il capo formava le proprie opinioni, assumeva gli opportuni comportamenti (giusti o sbagliati che fossero). Ricapitolando: Mussolini formula un quesito a Thaon de Revel e questi risponde. Il valore della domanda e della risposta è opinabile e possiamo parlarne, ma la storia, prestando fede a Ferrante, è andata in maniera diversa da quanto riassunto. Dovremmo cercare di evitare di scambiare la realtà con i propri desideri. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 1, 2022 Author Report Share Posted September 1, 2022 (edited) Ho letto anch'io il pezzo che ha scritto, ma quello che mi importava sapere era che si é trattato di una discxussione in famiglia da parte di Revel. Mi ha detto il Dottor Augusto De Toro, che di Storia dell'epoca se ne intende molto, che il biglietto nessuno l'ha visto, é questo é importante per dubitare che l'episodio sia avvenuto almeno in quella forma. Senza Mandare a Revel il biglieto, Mussolini, essendo all'interno di un consiglio dei Ministri, poteva chiederglielo a voce. A me sembra importante invece, a dimostrazione che Thaon De Revel non aveva alcun timore della fotta britannica, come dimostra il Promemoria del 13 settembre. Riepilogandolo si poroneva a Mussolini di invadere l'egitto, neutralizzare Malta con l'impiego di 200 aerei dell'Aviazione (non ancora Aeronautica), e sconfiggere la flotta britannica, affondando le sue portaerei, soltanto con l'impiego di Mas e naviglio leggero. Ma Revel, e il Capo dell'Aviazione Valle, avevano le idee chiare ? Edited September 1, 2022 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted September 1, 2022 Report Share Posted September 1, 2022 A me invece sembra che Thaon De Revel avesse il giusto timore della Royal Navy, come dimostrato chiaramente dallo scritto di Ferrante, se viene letto nella sua interezza e non a pezzi, interpolando una frase con l'altra "ad usum delphini" per fargli dire il contrario di quello che scrive. Però non è un problema restare ognuno del proprio parere, anche forzando quello che scrivono le fonti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 1, 2022 Author Report Share Posted September 1, 2022 Ferrante non cita alcun documento o pubblicazione, mentre io ho citato il Documento che si trova nei Documenti Diplomatici Italiani Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted September 1, 2022 Report Share Posted September 1, 2022 1 ora fa, Francesco Mattesini ha scritto: Ferrante non cita alcun documento o pubblicazione, mentre io ho citato il Documento che si trova nei Documenti Diplomatici Italiani Se ha riportato il Documento con le stesse disinvolte modalità con cui aveva riportato le parole di Ferrante nel primo post di questa discussione, mi perdoni ma mi conferma nelle mie convinzioni: la Regia Marina e Thaon de Revel avevano ben chiara la potenza della Royal Navy e che Mussolini stava giocando un partita di poker senza avere carte buone. Buona serata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 2, 2022 Author Report Share Posted September 2, 2022 Riporto l’intero Memorandum portato dall’ammiraglio Thaon De Revel all’Attenzione del Capo del Governo: “Il dipendente Ufficio di Stato Maggiore ha dovuto in questi ultimi tempi per i suoi studi, presupporre che l’Italia fosse impegnata contro una coalizione formata dalla Jugoslavia con la Grecia appoggiata dall’Impero Britannico. Mentre per la parte militare marittima, nessuna preoccupazione darebbe per il momento l’unione delle due potenze balcaniche, difficoltà gravi si presenterebbero se a quelle nazioni si unisse la potenza navale della Gran Bretagna. Ma la partita non potrebbe essere, a priori, considerata disperata [il grassetto è mio] se codesto Commissariato [Il Commissariato generale dell’Aviazione era retto da Mussolini] potesse radunare in Sicilia una forza aerea di non meno 200 apparecchi, se il rifornimento di combustibili e di materie prime fosse assicurato d’oltre Alpe e se dalla Cirenaica partissero uomini e denaro per fare insorgere l’Egitto. Si deve infatti considerare che l’Inghilterra, a parte le basi che potrebbe formarsi [e già questo comporterebbe un tempo ben maggiore di 48 ore, ma direi di mesi], e si formerebbe in Egeo, dipende specialmente dalle sue basi navali di Malta, Gibilterra e Alessandria. Se le due ultime rimangono inattaccabili da parte nostra sia per mare che per aria (per la loro lontananza e per la mancanza di navi portaerei e di sommergibili adatti) non così deve dirsi di Malta a così breve distanza dalla Sicilia. Se l’aviazione riuscisse a rendere proibitivo per la flotta il permanere in quella importante base, l’Italia potrebbe considerare con maggiore tranquillità la coalizione Greco-Jugoslava-Britannica. Rimarrebbero è vero, da considerare le navi portaerei inglesi, di cui due unità fanno già parte della flotta del Mediterraneo, e altre cinque sono nel mare del Nord con la possibilità di lanciare 120 apparecchi, ma all’all’inutilizzazione di queste provvederà la Marina a mezzo del naviglio sottili di ogni specie e degli idrovolanti che codesta Aviazione deve mettere a sua disposizione”. Ora, per precedenti intese con codesto Commissariato, la R. Marina aveva richiesto che base aerea principale in Sicilia dovesse essere Trapani: ciò corrisponde al concetto di provvedere alla difesa più urgente. Le condizioni più sopra esposte ci dicono che è anche indispensabile la formazione di un vasto nucleo aviatorio nella parte meridionale dell’isola, che, mentre integrerebbe la difesa della costa meridionale, mirerebbe alla distruzione dell’Arsenale di Malta e delle Navi eventualmente in porto. Ho accennato alla possibilità da parte della Gran Bretagna di formarsi delle basi in Grecia : quella più pericolosa per noi, Corfù, è per ora in nostre mani: ma dobbiamo tener presente il futuro e concludere che grande dovrà essere la forza aerea nella Penisola Salentina. Nei riguardi della Sardegna i nuovi studi, conseguenti alla presupposta coalizione, non portano a nuove richieste: essi confermano la necessità di forti raggruppamenti di aerei nella parte su ovest e in quella settentrionale dell’isola che dovrebbe avere, nel caso in questione, funzione specialmente difensiva: impedire che la presa di possesso dei principali ancoraggi, che la Marina Britannica, coi suoi larghi mezzi, potrebbe in breve trasformare in basi navali, malgrado i nostri attacchi aerei. Per quanto precede concludo prospettando all’E.V. l’opportunità che sia, al più presto, provveduto alla formazione del campo di aviazione Sud Sicilia oltre agli altri nominati. E quindi chiaro che questo Memorandum di Paolo Thaon De Revel, portato al Capo del Governo, era di carattere difensivo ma anche offensivo, e riguardava non soltanto il comportamento da tenere in una eventuale guerra con l’Inghilterra, appoggiata da Jugoslavia e Grecia, ma ricordava a Mussolini che l’Italia aveva il possesso di Corfù. In quel momento il Capo del Governo, era impegnato a mantenere la pace nell’Adriatico come aveva dichiarato alle Cancellerie di tutto il Mondo e alla Società delle Nazioni, e quindi non cambiò quanto stabilito per l’evacuazione dell’Isola che si concluse nel tempo previsto. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted September 2, 2022 Report Share Posted September 2, 2022 Dando per assodato, dal mio punto di vista e non solo mio, che la risposta delle "48 ore" fu data durante il Consiglio dei Ministri del 12 settembre e non chiacchierando nei lunghi corridoi ministeriali, ho trovato un brano nella monumentale "Storia della Marina", Fabbri editore (1978), in cui la tesi delle prudenza di Thaon de Revel e della Regia Marina rispetto allo scontro con la Royal Navy risulta ancora più chiara. Giorgio Giorgerini riporta le le parole di un altro importante storico navale italiano, Romeo Bernotti: Quindi Bernotti, presente ai fatti e non nelle polverose carte ministeriali, ci spiega come si sviluppo la situazione, dice che Mussolini voleva mantenere il possesso di Corfù; la Regia Marina ed il Ministero degli Affari Esteri erano invece concordi nel rapido ritiro da Corfù dopo le pressioni inglesi, come in effeti avvenne. Al termine possiamo leggere tutti: "Rimasi preoccupato del modo in cui Mussolini sopravvalutava la possibilità d'azione della nostra Marina in virtù del possesso di pochi mas, e conseguentemente dal modo in cui sottovalutava le altre necessità della Marina, confondendo il volere col potere..." (il grassetto è mio ). Buona giornata. P.S.: scusate per la qualità dell'immagine, ma il volume di Storia della Marina è troppo voluminoso per lo scanner, ho dovuto accontentarmi della foto del cellulare. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 2, 2022 Author Report Share Posted September 2, 2022 (edited) Se leggi bene il mio articolo, nota 18, p. 13, vi é scritto: Secondo quanto scritto da Giorgio Giorgerini, Mussolini avrebbe voluto mantenere all’Italia il possesso di Corfù, per dominare assieme alle basi navali della Puglia il controllo dell’Adriatico, sopravvalutando le possibilità di azione della Regia Marina. Ma di fronte allo strapotere della Flotta britannica, l’ammiraglio Thaon De Revel, con un atteggiamento moderatore, lo convinse ad assumere un atteggiamento più realistico da quello impulsivo; e lo stesso fecero altri alti ufficiali della Marina, tra cui l’ammiraglio Romeo Bernotti, che, assieme al Ministro degli Esteri Salvatore Contarini, infine riuscirono a convincere Mussolini a non desiderare un confronto velleitario (contro il ben superiore potenziale bellico della Royal Navy), tendente a dimostrare che nel Mediterraneo l’Italia, con l’impiego delle sue navi e soprattutto dei suoi Mas, non aveva alcun timore della Gran Bretagna. Fu una delusione per Mussolini che rimase molto dispiaciuto e risentito, dal comportamento prudenziale mostrato, saggiamente, dai Capi della Regia Marina, “e si ritenne tradito nei suoi convincimenti navali”. Cfr., Giorgio Giorgerini, Da Matapan al Golfo Persico. La Marina militare italiana dal fascismo alla Repubblica, cit., p. 170-171. Pag. 14: L’ammiraglio Foschini, a pagina 69 del suo citato libro, sostiene che ritornato a Roma fra il 12 e il 13 settembre, si discusse al Ministero della Marina “sugli accordi relativi allo sgombero di Corfù, che avrebbe dovuto essere compiuto per il 27 settembre”. Quindi la data dell’abbandono degli italiani di Corfù era già stata stabilita, e non causata da un ipotetico minaccioso ultimatum della Gran Bretagna a Mussolini che secondo alcuni malinformati sarebbe rimasto segreto. Pertanto, riportandoci al libro di Giorgio Giorgerini, non si comprende come i responsabili della Regia Marina, che avevano spinto, ancor prima del massacro della Missione Tellini, per realizzare la conquista di Corfù avessero poi dovuto discutere con Mussolini per convincerlo ad abbandonare l’isola, paventando la minaccia della Flotta britannica del Mediterraneo (Mediterranean Fleet), che non risulta fosse stata mobilitata. Infine, nei Documenti Diplomatici Italiani, non esiste alcuna riunione del Consiglio dei Ministri il giorno 12 Settembre 1923, ma esiste soltanto il Memoranum (n. 18762) consegnato il 13 Settembre da Thaon De Revel a Mussolini. Capisci come si falsifica la Storia. Edited September 2, 2022 by Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 2, 2022 Author Report Share Posted September 2, 2022 Sempre sulla presunta minaccia della Gran Bretagna all’Italia, l’Addetto Navale italiano a Londra, Bianchi, il 4 ottobre 1923 scrisse una lunga lettera all’ammiraglio (L.37) Thaon De Revel, in cui tra l’altro si sosteneva: “In massima, all’Ammiragliato, il delitto greco fu condannato, ma più che per il fatto in sé stesso, per le conseguenze che esso portava, e la nostra pronta e forte azione ha cagionato un senso di malessere e di disturbo ben apparente … La Grecia è colpevole, ma l’Italia ha agito troppo precipitosamente ed in modo da poter far nascere [con la Grecia] una nuova guerra, per questo l’Inghilterra [in particolare l’ammiraglio Lord Beatty, Primo Lord del Mare uno dei fautori e sostenitori della Grecia e dell’aiuto britannico alla Grecia] essere solidale come vorrebbe essere con l’Italia, che è ancora alleata e per la quale ha tante simpatie. … La Conferenza dei Premiers dell’Impero, che ora si sta svolgendo, ma sulla quale da tempo i giornali chiamano l’attenzione del pubblico, ha fatto dimenticare presto la crisi italo-greca, ma nel pubblico fu sentito che la crisi stessa si era svolta in modo sfavorevole all’Inghilterra e pertanto, in massima, qui evitano di parlarne ancora; ma non bisogna illudersi che qui vi sia troppa simpatia per noi e che il popolo inglese, nella grande massa, possa essere in grado di giudicare e l’operato del suo Governo ed il vero valore di questioni europee. Qui vive più che altrove l’egoismo nazionale ed individuale, il desiderio di asservire tutti alla loro volontà, di evitare ogni cosa che possa anche lontanamente disturbare il quieto vivere e quindi è facile rappresentare qui come disturbatori coloro che fanno rispettare il loro diritto e la loro dignità”. Come sappiamo dalla guerra in Ucraina, l’egoismo nazionale ed individuale (non da tutti), esiste ancora oggi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giuseppe Garufi Posted September 2, 2022 Report Share Posted September 2, 2022 In uno dei messaggi precedenti scrive "Capisci come si falsifica la Storia". Io ho capito che, sulla crisi Corfù, Giorgerini, Bernotti e Ferrante, tre Storici navali indiscutibili, sostengono una tesi che è esattamente contraria alla Sua, lo fanno in tempi diversi e presumo che non si siano messi d'accordo per scrivere cose non vere. Non ritorno a rammentarle che nel primo post ha utilizzato con allegra disinvoltura le parole di Ferrante, stravolgendole e facendogli dire quello che le piaceva. Facciamo così, per me è meglio chiuderla qui, inutile pestare sempre la stessa acqua nel mortaio, coinvolgendo Storici preclari che non possono più difendersi. Le lascio con piacere l'ultima parola, capisco che ci tiene molto, e non replicherò più. Buon pomeriggio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted September 2, 2022 Author Report Share Posted September 2, 2022 Si, chiudo la discussione, perché vedo che é inutile insistere. Giorgerini é il mio copiazzatore n. 1 (vedi ad esempio "Betasom" La guerra negli oceani"); Bernotti e bravo, ed era uno dei miei autori navali che leggevo con piacere, ma non é sempre condivisibile; Ferrante lo conosco per nome. Capita spesso che un autore dica una cosa sbagliata, e gli altri, come é capitato anche a me, la riprendano. Il fatto importante é che manca il Verbale del presunto Consiglio dei Ministri del 12 settembre 1923, e non possiamo ragionare sui ricordi personali, soprattutto quando un argomernto é contestabile. Buon pomeriggio Giuseppe. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Giancarlo Castiglioni Posted September 3, 2022 Report Share Posted September 3, 2022 La mia opinione è che la storia del biglietto è credibile. Se non c'è il verbale il Consiglio dei Ministri del 12 settembre non c'é stato, ma potrebbe esserci stata un'altra riunione, per esempio dei Capi di stato maggiore a cui partecipava Mussolini. Sicuramente Mussolini la presiedeva e poteva fare la domanda a voce a Revel, ma poteva voler non interrompere un altro partecipante che stava facendo la sua relazione o preferiva che la risposta fosse conosciuta solo da lui. In questo contesto la risposta sintetica "48 ore" ha un senso. Forse Revel si è reso conto di aver esagerato e ha voluto correggere il tiro con il Memorandum presentato il giorno dopo, in cui lo stesso concetto è sviluppato in modo più equilibrato. Da notare l'idea di sollevare l'Egitto contro gli inglesi totalmente assente prima e durante la IIGM. L'operazione Corfù era chiaramente nata come limitata e temporanea ed infatti si è conclusa in questo modo. Giorgerini scrive che a un certo punto Mussolini aveva cambiato idea e voleva tenersi Corfù e che poi ha cambiato nuovamente idea per l'intervento di Revel e per le minacce degli inglesi. Questo è un processo alle intenzioni del tutto arbitrario per screditare Mussolini. Logico che Mussolini esplorasse tutte le opzioni, ma questo non ci autorizza a pensare che avesse cambiato idea. Ma qual era il rischio reale di un interventi inglese? Certamente la Gran Bretagna avrebbe preferito che il Dodecaneso andasse alla Grecia e se l'Italia avesse tenuto Corfù ci sarebbe stata una seria crisi diplomatica, ma si sarebbe arrivati alla guerra? In fondo il controllo dell'Adriatico agli inglesi non interessava e con o senza Corfù l'Italia lo aveva già. Stesse considerazioni per l'Italia, tenersi Corfù non valeva neanche la crisi diplomatica. Però se al posto di Mussolini ci fosse stato Hitler forse Corfù se la sarebbe tenuta, considerando accettabile il rischio di un intervento inglese. Concludendo, nella storiografia attuale l'operazione Corfù è generalmente considerata una sconfitta, mentre io d'accordo con Mattesini la considero una vittoria. Francesco Mattesini 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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