Jump to content

Navi cariche di POW italiani in mano tedesca, affondate dagli alleati.


antares
 Share

Recommended Posts

Buon giorno,

A seguito di una ricerca comparativa tra le varie prigionie dei nostri POW in mano alleata durante la 2° GM, mi sono ritrovato davanti un argomento che da parecchi anni conoscevo già e che mi ha riportato ad alcune domande e riflessioni a cui non sono mai riuscito a dare una risposta, c'è qualcuno che mi può aiutare?

Ed ecco il tema del mio intervento: mi sono sempre chiesto se gli inglesi, in particolare, sapevano o meno che le navi da carico tedesche affondate dai loro aerei e dalla loro marina, dopo la firma dell'armistizio, trasportavano POW italiani in mano tedesca: mi riferisco alle Mn Donizetti, Sinfra, Petrella e Roselli. Mi è sembrato strano che nonostante la capacità dei britannici, attraverso il sistema ULTRA,  di decifrare i messaggi radio della Regia Marina e della Kriegsmarine a partire dal 1941 (benedetto fu il libro di Alberto Santoni, "Il vero traditore il ruolo documentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo"), e dei numerosi informatori ( sia dei movimenti della Resistenza Greca, sia civili, sia gruppi del SOE) che operavano in tutta la Grecia (isole comprese), i comandi inglesi non sapessero nulla sulla qualità del carico delle navi in oggetto! In particolare, nel caso della Mn Roselli, mi sono sembrati sorprendenti un paio di fatti: 1) gli alleati non avevano fatto nulla per aiutare i fanti della divisione Acqui durante la tragica vicenda di Cefalonia e Corfù (anzi, impedirono che la Regia Marina intervenisse con alcune unità dai porti di Brindisi e Taranto) 2) a Corfù, trovarono invece il modo di bombardare , prima  il campo di prigionia dell'isola dove erano internati gli italiani catturati dai tedeschi e poi, il 10 ottobre 1943, un solo aereo alleato (inglese? americano?) fu talmente preciso da affondare con due sole bombe la Mn Roselli che si trovava in rada a Corfù caricando i POW italiani da trasportare in terraferma per essere portati in Germania. La prima bomba affondò con precisione una motobarca carica di prigionieri, la seconda penetrò esattamente nella stiva aperta della Roselli, piena di italiani. Due bombe, due centri perfetti di cui uno su un obbiettivo di piccola stazza (la motobarca). Che tipo di bombe ha usato l'aereo alleato e a che quota volava per essere cosi preciso nel colpire i bersagli? Possibile che i comandi alleati, a più di un mese dall'8 settembre non sapessero nulla sulla natura del carico del Roselli? Possibile che i piloti dell'aereo, che necessariamente a parer mio, dovevano volare ad una quota certamente non alta, non si sono accorti della marea di prigionieri che erano sul ponte della Roselli?

Quanto sopra esposto deriva dalla mia ricerca sopra accennata in cui ho trovato molti fatti inquietanti inerenti alla prigionia italiana in mano degli Alleati occidentali di cui non avevo mai sentito parlare. Sui motivi per cui questi "fatti" non hanno avuto larga conoscenza, vi voglio proporre non la mia, ma  la riflessione, che gli storici inglesi Bob Moore e Kent Fedorowich, hanno posto alla fine del loro studio intitolato “The British Empire and its Italian Prisoners of War 1940-1970”, pubblicato a Londra nel 2002.

“L’ironia finale è forse che, nonostante i loro numeri, la loro storia rimase taciuta e ignorata negli anni dopo il 1945. La ricostruzione politica ed economica dell’Italia come democrazia occidentale e partner europeo nella NATO, significò che il passato fascista e la guerra contro gli alleati occidentali furono convenientemente dimenticati. Solo i loro compagni scomparsi o fatti prigionieri combattendo sul fronte orientale fornirono l’immagine che lo stato italiano del dopoguerra, volle rappresentare al mondo , durante il periodo della guerra fredda. Questo caso di memoria nazionale selettiva, può essere stato molto utile agli interessi dell’Italia del dopoguerra, ma allo stesso modo, servì ad emarginare le esperienze di tantissimi suoi soldati durante la guerra”.

Vi ringrazio per l'attenzione ed eventuali commenti.

Link to comment
Share on other sites

Il MARIO ROSELLI fu affondato da un P-38 Lightning del'82nd Fighter Group dell'USAAC proveniente da Foggia. 

Il giorno 8 ottobre 24 P-38G del 95th Fighter Squadron dello stesso reparto avevano rivendicato, essendo di scorta durante un attacco di 38 B-24 su Tatoi, Eleusis, Rodi, Heraklion e Maritza e di  48 B-25 su Eleusis,  l'abbattimento di 2 Bf 109 e il danneggiamento di altri 4 nel Golfo di Corinto, perdendo due dei loro P-38G abbattuti da Bf 109 e FW 190 (un pilota morto, uno recuperato dai partigiani greci) e due B-25C  (3 membri dell'equipaggio del primo, abbattuto nel Golfo di Corinto,  morti e 4 liberati dai partigiani greci,  8 membri dell'equipaggio del secondo, ammarato nel Golfo di Patrasso,  fatti  prigionieri dai tedeschi) . I tedeschi rivendicano per parte loro ben 8 P-38, due B-25, un B-24 e un Manchester (errore) abbattuti dal III. e IV./JG 27 e ammettono la perdita di un Bf109G-6, pilota disperso.

Il 9 ottobre 8 P-38 del 97th FS sempre dell'82nd FG avevano scortato 4 B-25G in un attacco contro naviglio tedesco nell'area Corfu'-Dubrovnik, abbattendo uno Ju88A-4 di un reparto di addestramento operativo (Einsatz KGr) sulla punta nord di Corfu': 4 membri dell'equipaggio sono dispersi. Altro attacco da parte di piu' di 110 B-17  e di 37 B-24 su Rodi e Heraklion.

Il 10 ottobre 59 B-17 e 39 B-24 attaccano ancora Rodi e  Heraklion; un B-17F è abbattuto da contraerea e Bf109 sul Golfo di Corinto (5 membri dell'equipaggio caduti, 5 catturati dai tedeschi ma riusciti a fuggire). Un Bf109G-6 abbattuto dai B-17, pilota ucciso.  I tedeschi rivendicano due B-17 abbattuti dal JG 27  e un terzo probabile. Un P-38 viene rivendicato dalla contraerea della cisterna JOHN KNUDSEN nel Golfo di Cattaro.

L'11 ottobre 5 P-38 dell'82nd FG danno il colpo di grazia al MARIO ROSELLI nel porto di Corfu'.

 

Fonte: Christopher Shores e Giovanni Massimello e altri, "A History  of the Mediterranean Air War vol. 4, 14.5.1943-5.6.1944", Grub Street, London, 2018.

Link to comment
Share on other sites

Grazie al messaggio dell'Amministratore, ho puto verificare che il tipo di aereo in questione era un cacciabombardiere con un armamento di sole due bombe da 454Kg.

Questa cosa ha ancor di più alimentato le mie perplessità esposte nel  post iniziale. Io non sono assolutamente un esperto in aereonautica, ho passato la mia vita sul mare  ed in aria ci sono stato solo per viaggi di trasferimento, quindi posso anche (e chiedo venia) fare delle ipotesi che sono delle castronerie, ma dopo aver accertato quanto sopra, mi chiedo: delle due l'una, o l'aereo volava in quota e l'equipaggio USA era fatto da dei supermen capaci da colpire con due ordigni a disposizione due bersagli di cui uno di piccole dimensioni (la motobarca) da un'altezza considerevole, oppure il velivolo, navigava a bassa quota ed in questo caso, stante l'indiscussa abilita del crew, come è stato possibile che non si siano resi conto di cosa stava caricando la Mn Roselli? Mi risulta (da un amico ex pilota, purtroppo deceduto) che in molti casi, specie nei voli a bassa quota, in vista dell'obbiettivo, si usavano anche i binocoli!

Link to comment
Share on other sites

Credo che l'attacco del P-38 sia avvenuto in picchiata, per garantire una maggiore precisione.

Occorre anche ricordare che al 10 ottobre 1943  l'Italia aveva cambiato fronte da appena un mese, dopo tre anni e passa di guerra agli Alleati, che non aveva ancora dichiarato guerra alla Germania, e che quindi tutti i bersagli in Egeo e nello Ionio erano in qualche modo considerati legittimi, provocando la serie di tragedie sul mare che sappiamo perché Hitler aveva ordinato l'evacuazione forzosa via mare dalle isole delle truppe italiane non collaborazioniste per non farsi carico dei loro rifornimenti (c'erano anche decine di migliaia di italiani collaborazionisti, 23.000 tra Rodi, Lero, Creta ecc. ancora alla fine della guerra, che festeggiavano il compleanno di Hitler ancora il 20 aprile 1945 a Rodi).

Link to comment
Share on other sites

non so se quel giorno c'era nebbia, se c'era certamente non ha fatto un attacco in picchiata! Ma non voglio focalizzarmi solo sul Roselli, ci sono anche gli altri casi di cui ho accennato nel mio post. Insomma, i miei dubbi rimangono e sono un fatto personale che credo sarà molto difficile rimuovere. Comunque ti ringrazio per il tuo contributo.

Link to comment
Share on other sites

Hello,

On the subject of attacks on ships carrying PoWs, I have no specific comment on the Mario Roselli case as perhaps the pilot was unaware that the ship had a human cargo.

However, I would point out a more serious case is that of Petrella (ex-Capo Pino) sunk by the submarine HMS Sportsman (Lt. R. Gatehouse, DSC, RN) on 8 February 1944. Gatehouse clearly saw the letters "POW" painted on the hull before he ordered the torpedoes fired. I quote from his patrol report:

"He was unmistakably identified as the CAPO PINO and had P.O.W. in large white letters painted on his side."

A few minutes later, HMS Sportsman fired four torpedoes. We know from German documents that there were 2,647 victims.

It is also interesting to note that after Gatehouse submitted his patrol report, his flotilla commander (Captain D.C. Ingram, DSC, RN of the First Submarine Flotilla based at Beirut) did not ignore that his target had carried PoWs, however he made no negative observation but congratulated Gatehouse with the comment:

"SPORTSMAN is to be most heartily congratulated on a finely executed attack and an extremely useful contribution to the Aegean war effort, observing that lack of shipping is causing the gravest embarrassment to the enemy."

Obviously, Ingram and Gatehouse were more interested in eliminating enemy ships at all cost, even if those carried PoWs. I am not an expert in International Law and I will let others decide if this was a war crime. There were other instances of British submarines sinking ships carrying PoWs but these were British nationals and the sinking were usually made because the submarine commander was unaware of the fact.

I will also make the remark that this casual attitude was not necessarily the norm in the Royal Navy. When HMS Utmost (Lt. J.W.D. Coombes, RN) shelled a small village on Linosa island on 25 September 1942, his flotilla commander (Captain G. Simpson of the 10th Flotilla in Malta) did not approve of the action and criticized Coombes with the comment:

" ...I am not in favour in bombarding small villages, this seems to be carrying total war too far, and be of no material benefit to the war effort."

I found the latest comment quite remarkable considering that Malta was at the time heavily bombed by the Axis air forces and civilians were being killed daily.

Best regards,

Platon

 

Link to comment
Share on other sites

Ciao,  an heartfelt thanks, your well argued answer to my post is  very helpful to my investigation. 

Say may hello to the beautiful Montreal, I've been there many time. 

Best regards

 

Antares

 

Link to comment
Share on other sites

  • 4 weeks later...

Per quanto io conosca la dinamica delle azioni condotte in volo, trovo piuttosto improbabile che un qualsiasi pilota possa aver compreso il carico umano a bordo della motonave. Al massimo potrebbe aver avuto, dopo aver sganciato le bombe ed in richiamata, la percezione di una moltitudine di truppa, generica. Quanto alla "precisione" delle due bombe essa è puramente casuale. Senza dubbio. Tutt'oggi risulterebbe difficile centrare una stiva aperta e una barca, anche con mezzi più tecnologici, dopo una frettolosa mira e profilo d'attacco,  senza preventiva pianificazione e ricognizione. Da ciò che ho compreso nella ricostruzione dell'azione di attacco alla motonave, il tutto dovrebbe essersi svolto piuttosto rapidamente, quindi l'unico obiettivo veramente riconoscibile nell'immediato poteva esser solo la massa della nave.

Link to comment
Share on other sites

  • 2 months later...
On 7/24/2021 at 5:03 PM, Platon Alexiades said:

Hello,

On the subject of attacks on ships carrying PoWs, I have no specific comment on the Mario Roselli case as perhaps the pilot was unaware that the ship had a human cargo.

However, I would point out a more serious case is that of Petrella (ex-Capo Pino) sunk by the submarine HMS Sportsman (Lt. R. Gatehouse, DSC, RN) on 8 February 1944. Gatehouse clearly saw the letters "POW" painted on the hull before he ordered the torpedoes fired. I quote from his patrol report:

"He was unmistakably identified as the CAPO PINO and had P.O.W. in large white letters painted on his side."

A few minutes later, HMS Sportsman fired four torpedoes. We know from German documents that there were 2,647 victims.

It is also interesting to note that after Gatehouse submitted his patrol report, his flotilla commander (Captain D.C. Ingram, DSC, RN of the First Submarine Flotilla based at Beirut) did not ignore that his target had carried PoWs, however he made no negative observation but congratulated Gatehouse with the comment:

"SPORTSMAN is to be most heartily congratulated on a finely executed attack and an extremely useful contribution to the Aegean war effort, observing that lack of shipping is causing the gravest embarrassment to the enemy."

Obviously, Ingram and Gatehouse were more interested in eliminating enemy ships at all cost, even if those carried PoWs. I am not an expert in International Law and I will let others decide if this was a war crime. There were other instances of British submarines sinking ships carrying PoWs but these were British nationals and the sinking were usually made because the submarine commander was unaware of the fact.

I will also make the remark that this casual attitude was not necessarily the norm in the Royal Navy. When HMS Utmost (Lt. J.W.D. Coombes, RN) shelled a small village on Linosa island on 25 September 1942, his flotilla commander (Captain G. Simpson of the 10th Flotilla in Malta) did not approve of the action and criticized Coombes with the comment:

" ...I am not in favour in bombarding small villages, this seems to be carrying total war too far, and be of no material benefit to the war effort."

I found the latest comment quite remarkable considering that Malta was at the time heavily bombed by the Axis air forces and civilians were being killed daily.

Best regards,

Platon

 

Platon, 

Thank you so much for the details that enrich your comments.  I'm interested in Petrella, unfortunately for family reasons. 

Whether Gatehouse clearly saw the letters on the ship, is somehow debated. It appears that Jürgen Rohwer writes so in his "Allied submarine attacks of ww II"; since you mention Gatehouse's report , could you kindly provide the sources of your statements? Was it one of the ADM? 

On the same token, Sportsman was around 4,000 yards far away from the ship: would the attack periscope , Barr & Stroud , CH 40 able to show the letters POW? Is anybody, in the forum, able to give me an answer? 

Nevertheless, you made veeeery interesting points. Appreciated!

Link to comment
Share on other sites

Quella del PETRELLA è una storia interessante. Il cargo  era stato costruito come PASTEUR da Ateliers et Chantiers de la Gironde a Harfleur su commessa dello stato francese, una di nove unità note come le "4.800 tonnes" in  riferimento alla loro stazza lorda (4.785 tsl e 6.185 tpl, macchina a triplice espansione, 11.5 nodi), commissionate per sovvenzionare l'industria cantieristica nazionale francese. Completata a luglio 1923 per l'armatore Plisson & Co. (Les Chargeurs Réunis); noleggiata nel 1925 alla Cie Navale de l'Océanie (Armement Ballande), poi  passata nel giugno 1928  come AVEYRON alla CGAM, Cie Générale d'Armements Maritimes di Rouen, e data in gestione alla CGT o Transat, Compagnie Générale Transatlantique di Le Havre, cui viene ceduta nel 1939. 

Al 25 giugno 1940, data dell'armistizio francese, la nave si trova a Liverpool, e ai primi di luglio viene requisita dal governo inglese. Viene però adibita al rimpatrio di riservisti, personale della marina militare  e marittimi francesi sorpresi in Gran Bretagna dall'armistizio e non intenzionati ad aderire alle FFL, Forces de la France Libre di de Gaulle. Tra questi ci sono probabilmente anche membri dell'equipaggio collaborazionista sbarcati pochi giorni prima a Liverpool dal CAPO OLMO.

Il CAPO OLMO era dal 1935 un cargo della Cia Genovese di Navigazione a Vapore, ex RECHERCHE ex SAINT ROCH ex BARDISTAN ex SAINT STANISLAS, completato nell'aprile 1923 da William Gray & Co. Ltd. a West Hartlepool, 4.781 tsl e 6.985 tpl, 10.5 nodi, tutti valori pressoché identici a  quelli dell'AVEYRON. L'11 giugno 1940, all'entrata in guerra dell'Italia, si trovava a Marsiglia con un carico di oltre 5.000 tonn. di merci pregiate destinate all'Italia, e viene confiscato dai francesi dopo un tentativo di sabotaggio da parte dell'equipaggio italiano, che si era limitato al blocco delle valvole di ventilazione della sala caldaie e della sala macchine, provocando un inizio d'incendio all'atto della prima prova di accensione da parte francese.

Data in gestione alla Cie Worms, la nave non viene restituita all'Italia in quanto salpa da Marsiglia il 24 giugno (ultimo giorno prima dell'entrata in vigore dell'armistizio francese) con a bordo anche 23 militari dell'aviazione francese e 4/500 tonnellate  di materiali da guerra francesi destinati all'Africa settentrionale tra cui aerei Glenn Martin (Maryland per gli inglesi), in un convoglio diretto ad Orano. Ma sono saliti a bordo anche 15 volontari clandestini, che volevano lasciare la Francia occupata e continuare le ostilità, sotto il comando del capitano Humbert Vuillemin e del suo ufficiale di macchina. Questi la sera del 25 fanno fermare la nave simulando un'avaria in caldaia, e se ne impadroniscono. Durante la notte la nave viene persa di vista  dal convoglio e va a Gibilterra, dove arriva il 27-28 giugno: una tra le pochissime navi mercantili francesi che aderiscono da subito alle FFL. CAPO OLMO va subito a Liverpool con il convoglio HG 37 dal 7 al 16 luglio 1940 e qui si verifica un quasi ammutinamento dell'equipaggio originario, che vuole a tutti i costi rientrare nella  Francia occupata.

Torniamo ora all'AVEYRON, che salpa da Liverpool il 22 o 24 luglio 1940 con a bordo 1.047 persone in tutto, andando a Tolone poi a Marsiglia il 31 luglio-1° agosto e quindi entrando a far parte del naviglio di Vichy.

Nel maggio 1941 in seno alla Commissione Armistiziale Italia-Francia l'Italia ottiene dopo lunghe insistenze la cessione di tre mercantili francesi a titolo di  indennizzo per altrettanti mercantili italiani perduti per  effetto di azioni militari francesi durante i quindici giorni di guerra. Tra questi vi è l'AVEYRON, che prende il posto del CAPO OLMO nell'ambito della Comp. Genovese di Navigazione  a Vapore con il nome di CAPO PINO (stessa età, stesso tonnellaggio, nome affine) che viene trasferito all'Italia a Marsiglia il 9-10 oppure 19 luglio 1941.

 

(segue)

Link to comment
Share on other sites

5 hours ago, Michele barile said:

Platon, 

Thank you so much for the details that enrich your comments.  I'm interested in Petrella, unfortunately for family reasons. 

Whether Gatehouse clearly saw the letters on the ship, is somehow debated. It appears that Jürgen Rohwer writes so in his "Allied submarine attacks of ww II"; since you mention Gatehouse's report , could you kindly provide the sources of your statements? Was it one of the ADM? 

On the same token, Sportsman was around 4,000 yards far away from the ship: would the attack periscope , Barr & Stroud , CH 40 able to show the letters POW? Is anybody, in the forum, able to give me an answer? 

Nevertheless, you made veeeery interesting points. Appreciated!

Hello Michele,

My apologies for the late answer. I had missed your post and we must thank Francesco for reviving the topic. I am attaching the relevant page from the HMS Sportsman patrol report. Source is ADM199/508 (TNA). I hope it answers your question.

Best regards,

Platon

Petrella.JPG

Link to comment
Share on other sites

L'8 settembre 1943 CAPO PINO si trova a Patrasso,  dove era giunto sin dal 16 luglio  proveniente da Bari con il piroscafo RUBICONE e  con la scorta della Tp STOCCO. Prova a salpare diretto in Italia ma i tedeschi lo costringono a rientrare  minacciando un attacco aereo, e lo catturano assegnandolo in gestione alla Mittelmeer Reederei GmbH (un armatore di Amburgo di proprietà della Kriegsmarine) con il nome PETRELLA, un nome femminile come quelli attribuiti in vari altri casi ai mercantili catturati in Mediterraneo.

Link to comment
Share on other sites

4 hours ago, Francesco De Domenico said:

L'8 settembre 1943 CAPO PINO si trova a Patrasso,  dove era giunto sin dal 16 luglio  proveniente da Bari con il piroscafo RUBICONE e  con la scorta della Tp STOCCO. Prova a salpare diretto in Italia ma i tedeschi lo costringono a rientrare  minacciando un attacco aereo, e lo catturano assegnandolo in gestione alla Mittelmeer Reederei GmbH (un armatore di Amburgo di proprietà della Kriegsmarine) con il nome PETRELLA, un nome femminile come quelli attribuiti in vari altri casi ai mercantili catturati in Mediterraneo.

 

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Create New...