Jump to content

Cultura marittima ed opportunità - Riflessioni sulla mancanza di prospettive


Recommended Posts

Cultura marittima ed opportunità - Riflessioni sulla mancanza di prospettive e motivi di un abbandono

Ho informato direttamente i soci dell’ Associazione Italiana di Documentazione Marittima e Navale della mia decisione di non rinnovare l’ adesione, lascerò pertanto anche questo forum.

Ho deciso di abbandonare, e solo dopo l’ informazione di cui sopra, tratto alcuni temi anche sul forum nella speranza che contribuiscano ad un miglioramento

Mi spiace, constatando anche come negli ultimi anni sia cresciuta, in parallelo con la crisi politica mediterranea (ma anche italiana e di riposizionamento nei poteri globali), la necessità di formare e curare la cultura marittima;  per l’ Italia tornare paese marittimo - sotto ogni aspetto mercantile, navale, risorse marine . significa tornare a contare. 

La coscienza marittima : obiettivo ambizioso, che ha bisogno del contributo di tutti, che comprende anche la creazione spontanea, lo sviluppo di centri di pensiero, la valorizzazione dei pochi che rimangono (o rimanevano). 

Parlando di geopolitica, che insieme alla strategia marittima e navale poteva essere un interessante tema da sviluppare (in armonia e non come antagonismo) il disinteresse nazionale per il mare e le sue problematiche non ci ha permesso di emanciparci compiutamente dallo status satellitare, e lo vediamo nel mediterraneo dove rischiamo di diventare terra di nessuno, anzi ondivaga terra di  tutti, espulsi di fatto dalle principali decisioni. 

Espulsi di fatto perché non capiamo, non dominiamo il concetto di capacità e potere marittimo, per noi italiani la nozione di Oceano Mondo è estranea, dominio di rari specialisti, trascurato nelle tradizioni come nella quotidianità e pertanto nella sensibilità e nell’ educazione, assente nelle scuole, ignorato dalla comunicazione di massa – a esclusione di qualche esoterico medium (a)sociale (le definizioni non sono mie, ma di un autorevole mezzo di informazione), e forse come “esoterico medio” avremmo potuto avere qualche chance, ma non certo nello stato e nell’ immagine attuali.

In questo desolante quadro generale si è riacceso un dibattito nazionale, che sta prendendo forma, e molti stanno contribuendo, dove l’ AIDMEN, nelle sue connotazioni originali avrebbe potuto dare un contributo, piccolo come peso, brillante come qualità.

Si è persa un’ occasione, evidentemente si è ritenuta più attraente e più “vendibile” una deriva massimalista e polemica condita da più facili connotazioni ludico/sportive, anche se neppure questo ha fatto breccia  in una “generazione di rilievo”, non parliamo di giovani (non li abbiamo proprio coinvolti, neppure con il sito/forum, anche se ce ne sono), parliamo di interessi legati al mondo marittimo e navale.

Pochi timidi tentativi di avvicinamento sono stati respinti con perdite (e polemiche), eppure poteva essere sufficiente rimanere almeno serbatoio di rari specialisti, cercando di non essere solo in via di estinzione. 

Le associazioni si logorano quando viene meno ciò che si enuncia, dal nome allo statuto che ne interpreta lo spirito iniziale (in ambedue i casi : Centro di Documentazione Marittima e Navale)

Ho avuto il piacere di rapporti personali con alcuni dei partecipanti, e l’ onore di rapporti personali con alcuni dei fondatori – oggi purtroppo scomparsi - da ben prima della sua costituzione (e della mia più tardiva adesione), per questo posso con certezza appellarmi al fatto che l’ AIDMEN sia stata costituita in funzione della condivisione di documenti e di studi, come esattamente si prospetta con una generazione (non so ancora se fioritura) di associazioni, centri studi, micro/macro siti, come d’altra parte prevede l’atto costitutivo della stessa AIDMEN che tento di allegare, anche per l’ importante richiamo che può (o avrebbe potuto) avere per tutti gli appassionati.

Sarebbe necessario, e dovrebbe esserlo anche in questa sede, tornare ad un confronto sugli argomenti, e non limitarsi nel migliore dei casi ad esporre in vetrina un “reperto” per ottenere la convalida diretta od indiretta della propria tesi:  non può venire a mancare l’abitudine a costruire qualcosa di più elevato, confutando serenamente, se necessario, tesi diverse;  l’opposizione concettuale, aprioristica, non serve ad arricchire la conoscenza,  con il rischio di una deriva verso  l’ideologia ed la radicalizzazione.

L’animo ed il motivo di un’ associazione non può essere uno strumento, il forum, ma il rapporto personale e fiduciario; un forum può passare ad essere divertente come spazio di contestazione permanente (o al contrario come vetrina personale, stile influencer), ma non arricchisce:   in questo settore di appassionati se non ci sono forme di  condivisione, di garbato e costruttivo confronto, basato anche su relazioni personali,  un sito di piccoli numeri si trasforma troppo facilmente da un ring di estremizzazioni ad una sorta di vetrina in cui si deve forzatamente esibire “un prodotto”, qualunque esso sia, una formula che forse non è la più consona alla materia trattata ed agli obbiettivi dichiarati.

Non si deve nemmeno incorrere nella deriva  della ricerca dell’errore previlegiando - spesso per mancanza di basi - l’iper-semplificazione demonizzante, guai se condita con l’ideologia, per cosi cadere nell’ annullamento della cultura (navale in questo caso) fatta di percorsi diversi e di ricerca.

Siamo in tempi di pandemia, e bisogna evitare che - al contrario di essere mezzo di “sfogo” oltre che di impegno - prenda forma e forza un morbo che potrebbe annichilire (per stanchezza, per evitare di prendere posizione o per mantenersi lontani da scontri), anche persone che potrebbero avvicinarsi e dare contributi grazie ad una certa familiarità con la cultura dell’ analisi, dello studio oltre al collezionismo ed allo spotting, del confronto e se possibile dell’omogeneizzazione dei bagagli conoscitivi o di esperienze diverse, piuttosto che della radicalizzazione.

Un’ associazione, con la sua vetrina, perde valore e spinta quando si manifestano troppe forze centrifughe tese ad impiegare diversamente la struttura, che era stata creata secondo ben precisi canoni ed indirizzi, ed oggi sarebbero estremamente validi; quando si inseriscono troppi “prodotti” e purtroppo, come conseguenza, troppi personalismi, questo comporta derive e malesseri che minano la vita sociale, snaturano gli obiettivi, mutano – e questa è la constatazione ma anche la contestazione - lo spirito originale di un sodalizio.

Forse è necessario cambiare, ma se si è forzati a farlo occorre scegliere, e questo è il mio caso:  ho un bagaglio tecnico e di esperienze che pensavo mettere in comune, non sono uno sportivo, non sono ... ecc. ecc.(fa parte del privato comunicato ai soci),  non sono un dilettante, sono un navalista dedito alla storia ed alla cura del pensiero navale, ... tale voglio rimanere, ed ho pertanto deciso di impegnarmi dove ritengo di essere più utile e produttivo.

 

 

Link to comment
Share on other sites

Caro Gian Carlo,

prendo atto con grande dispiacere delle tue dimissioni dal Consiglio Direttivo e dall'AIDMEN,che ci privano dei tuoi contributi e dei tuoi scritti, sempre autorevoli, interessanti e stimolanti. Devo dirti che avevo capito da tempo che le cose non andavano tra noi dal tuo silenzio di questi ultimi mesi, e da ultimo dalla tua mancata partecipazione all'elezione del nuovo Direttivo. E avevo capito che preparavi da qualche tempo il passaggio ad altri lidi. Nulla di grave, anche in tempi di lockdown la mobilità non può essere del tutto bloccata.

Tengo però a dirti che considero abbastanza pretestuosa l'argomentazione di tipo statutario su cui ti dilunghi, argomentazione che avevo già visto utilizzata tempo fa da altri nel tentativo incredibile - compiuto davanti a diversi testimoni tra noi - di sottrarre a Giorgio Spazzapan la gestione del Bollettino in nome della "collegialità". Mi sembra un pochino al di sotto del livello di cultura (e di vis polemica) cui ci hai abituato.

Ti auguro comunque di trovare nei lidi dove si indirizza la tua migrazione un qualche riparo dalle fake news e dagli eccessi polemici che lamenti, e che purtroppo sono il pane quotidiano dei social media come li conosciamo oggi.

Un saluto cordiale,

Francesco De Domenico

presidente AIDMEN

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

 Share

×
×
  • Create New...