Francesco Mattesini Posted March 10, 2020 Report Share Posted March 10, 2020 (edited) Dal mio ultimo saggio sulla guerra dell’Italia contro la Francia nel Mediterraneo occidentale (circa 140 pagine), in corso di ultimazione, vi sono state sull’episodio che sto trattando polemiche e molte discussioni. Ritenendo di fare cosa gradita, in particolare a chi si interessa anche di operazioni aeree, compresa l’Aviazione di Marina, riporto il seguente capitolo, accettando con gratitudine le eventuali contestazioni e suggerimenti di modifiche, eventualente da apportare. Per quanto riguarda le operazioni dell’Esercito, di cui ho portato un piccolo sunto, qualsiasi suggerimento è ugualmente ben gradito. Francesco Mattesini, Roma 10 marzo 2020 L’attacco dei caccia italiani Cr.42 agli aeroporti della zona di Tolone e il computo dei successi aerei assegnati al sergente maggiore Pierre Le Gloan del Gruppo Caccia francese GC III/6 All’indomani del bombardamento di Genova, il 15 giugno, essendosi verificato un miglioramento nelle condizioni atmosferiche, il Comando della 1a Squadra Aerea effettuò un altro attacco contro le basi aeree della Provenza, variando il procedimento d’azione che due giorni prima aveva portato alla perdita di due bombardieri Br.20 e al grave danneggiamento di un altro, decidendo di non far intervenire i reparti da bombardamento, ma soltanto effettuato azioni di mitragliamento assegnate ai caccia Cr.42. In tal modo, se i francesi, per contrastare gli attacchi diurni dei bombardieri italiani, avessero regolato l’impiego della loro caccia in base alle precedenti esperienze, si riteneva che, riportando perdite al suolo, avrebbero dovuto allontanare dalla zona di guerra i loro reparti da caccia disponibili. Allo scopo di avvicinare agli obiettivi i Cr.42 destinati agli attacchi, tre gruppi da caccia del 3° e 53° Stormo furono immediatamente spostati temporaneamente sui campi di volo di Villanova d’Albenga, in Liguria; e di Cervère, piccolo paese al confine con la Francia in provincia di Cuneo. Alle ore 13.00 del 15 giugno ventisette velivoli Cr.42 del 150° Gruppo del 53° Stormo Caccia, decollati da Villanova al comando del tenente colonnello Ronaldo Pratelli, provenienti dal mare attaccarono l’aeroporto di Cuers Pierrefeu (vicino alla base navale di Tolone e a quella del Gruppo Caccia AC3 della Marina). I piloti che nell’azione di mitragliamento al suolo erano guidati dal capitano Giorgio Graffer, sostennero di aver incendiato una quindicina di velivoli, danneggiati altri e fatto saltare in aria un piccolo deposito di munizioni. Una aliquota di otto Cr.42 del 150° Gruppo, che al comando del tenente colonnello Ronaldo Pratelli era rimasta in quota per assicurare la protezione diretta ai quindici velivoli destinati al mitragliamento, impegnava combattimento con aerei da caccia francesi, ritenuti del tipo Morane, e fu ritenuto che almeno quattro fossero stati abbattuti, perdendone due. Sempre alle ore 13.00, ventiquattro velivoli Cr.42 del 23° Gruppo del 53° Stormo Caccia, decollati da Cervère al comando del maggiore Tito Falconi, attaccavano l’aeroporto di Cannet des Maures (2 km a sud-est di Le Luc base del Gruppo Caccia dell’Aviazione GC III/6), e nel mitragliamento al suolo fu ritenuto che fossero andati distrutti una ventina di velivoli. Al mitragliamento parteciparono dodici Cr.42 guidati da Falconi. Anche in questa occasione l’aliquota degli altri dodici Cr.42 del 23° Gruppo, rimasta in quota al comando del capitano Luigi Filippi, impegno combattimento con i caccia nemici ach’essi ritenuti del tipo Morane abbattendone sicuramente uno e probabilmente un altro, perdendo un velivolo. Contemporaneamente venticinque Cr.42 del il 18° Gruppo, al comando de maggiore Ferruccio Vossilla, ma guidati dal Comandante del 3° Stormo Caccia, colonnello Fortunato Rolando, che erano decollati da Cervère subito dopo quelli del 150° Gruppo, furono impegnati in crociera di protezione ad alta quota ai Cr.42 mitraglieri nella zona degli aeroporti attaccati. Essi impegnarono combattimento con un’altra formazione di caccia francesi, abbattendone tre e perdendone due. Non rientrò alla base un velivolo da ricognizione Br.20 inviato nella zona dei combattimenti per rilevare tramite servizio fotografico l’effetto degli attacchi ai due aeroporti francesi. Questo il racconto che il Comando della 1a Squadra Aerea ricavò dalle relazioni di combattimento degli aerei italiani.[1] Il Comando Supremo fu informato che avevano partecipato al mitragliamento dei due aeroporti francesi settanta aerei, sei dei quali (cinque Cr.42 e un Br.20) non erano rientrati alla base.[2]Vediamo ora quale fu la versione francese sui combattimenti con la caccia italiana. L’aeroporto di "Cuers Pierrefeu" era la base dell'Aviazione Navale, dove si trovavano la Squadriglia da caccia AC3 equipaggiata con undici velivoli Bloch MB 151 e la squadriglia da di bombardamento AB3, equipaggiata con undici bombardieri in picchiata Vought 156 Vindicator. L’aeroporto di Cannet des Maures dipendeva invece dall’Aviazione, e vi era di base il Gruppo caccia GC III/6 "Roussillon", che vi era arrivato 3 giugno 1940 con i caccia Morane Saulnier MS.406, e che aveva già sostituito la metà dell’organica di quel vecchio aereo con il nuovo Dewoitine D.520, prodotto a Tolosa. Il 15 giugno il GC III/6 ne aveva già a disposizione almeno tredici, altri erano a Tolosa. Nelle prime ore di luce del 15 giugno, a causa del maltempo era stata sospesa ogni attività aerea, ma che a metà della mattinata le condizioni meteorologiche migliorarono, e alle 10.00 una sezione di due caccia decollo per scortare un velivolo da ricognizione Potez 63, la cui missione si svolse senza alcun problema.Alle 1140, il posto di comando di Tolone riferì che grandi formazioni di aerei nemici avevano attraversato il confine e si stavano dirigendo a sud-ovest. Cinque minuti dopo una pattuglia di caccia Dewoitine D.520 della 5a Squadriglia del Gruppo GC III/6, al comando del capitano Jean Bernache-Assollant (Capo di Stato Maggiore del Gruppo e famosissimo aviatore per le sue trasvolate di antiguerra), e con gregari il capitano Louis Jacobi e il sergente maggiore Pierre Le Gloan, decollò dall’aeroporto di Cannet des Maures e si diresse verso Saint-Raphaël, sulla costa vicino al confine italiano, dove era stata segnalata una formazione di quindici aerei nemici. Quattro minuti dopo, alle 11.49, decollo una seconda pattuglia del GC III/6, ma della 6a Squadriglia, con pilota il Capitano Jacques Guerrier, il tenente Guy Japiot, e il sottotenente André Capdeviolle, che però, essendo partita troppo tardi, non ebbe il tempo di partecipare al combattimento con i caccia italiani. Dopo l'arrivo sopra Saint-Raphaël, ai tre Do.520 della 5a Squadriglia fu ordinato per radio di portarsi a circa 30 chilometri a sud-ovest di Saint-Tropez. Ma nello stesso tempo, il capitano Jacobi fu costretto a invertire la rotta per rientrare alla base di Cannet des Maures i per problemi al motore. Gli altri due piloti, il capitano Bernache-Assollant e e il sergente maggiore Pierre Le Gloan avvistarono alla quota di 5.500 metri una formazione di dodici caccia Cr.42 del 18° Gruppo, e li attaccarono in coda con i loro velocissimi D.520 abbattendone due della 83a Squadriglia. Successi da assegnare uno ad entrambi. Si trattava dei Cr.42 del maresciallo Francesco Colombo, che decedette, e del sergente Elvo Parmigiani, che si lancio con il paracadute, rispettivamente precipitati al suolo in fiamme, uno vicino a Beauvallon, l’altro vicino a Ramautelle. Il sergente Parmigiani fu fatto prigioniero. Dopo l’attacco i due piloti francesi si trovarono separati. Il capitano Assollant attacco un altro Cr.42 ma le sue mitragliere si bloccarono, e fu costretto a disimpegnarsi e rientrare a Cannet des Maures. Il sergente maggiore Le Gloan, rimasto solo, vide del fuoco contraereo in direzione dell'aeroporto Cuers-Pierrefeu di Hyères, distante 45 chilometri da Saint-Troipez; che era effettivamente sotto l’attacco dei velivoli del 150° Gruppo del 53° Stormo Caccia. Volando in quella direzione avvisto una pattuglia di tre Cr.42 diretti verso est e attaccando quello che si trovava a destra lo vide precipitare vicino alla costa, presso il castello di Saint-Amé nella baia di Pampelonne. Tuttavia questa perdita in quella zona non è confermata dai rapporti italiani. Dopo quel suo duello, il sergente maggiore Le Gloan riferì di non aver potuto controllare l’abbattimento del Cr.42, essersi dovuto allontanare per disimpegnarsi all’attacco di otto caccia italiani. In mancanza del successo da attribuire a Le Gloan, i francesi, convinti che avesse abbattuto quel giorno cinque aerei da farne un asso eccezionale, ritengono che poteva trattarsi del CR.42 della 75ª Squadriglia del 23° Gruppo Caccia, danneggiato e riportato alla base dal pilota, maresciallo Luigi Pasquetti, sebbene fosse ferito. Tuttavia il 23° Gruppo, avendo attaccato Cannet des Maures, difficilmente poteva trovarsi nella zona dell'aeroporto Cuers-Pierrefeu di Hyères, e il maresciallo Paquetti dichiaro che il suo aereo era stato colpito dalla contraerea. Poteva però trattarsi del Cr.42 del 18° Gruppo, con pilota il maresciallo Gaetano Bortolini, che fu colpito da un colpo di cannoncino (in possesso soltanto ai D520) aprendo un buco di 60 centimetri nell'ala superiore, che però non gli impedì di rientrare alla base. Dopo l’ultimo attacco, verso le 12.15, a Le Gloan fu ordinato per radio di tornare a Le Cannet des Maures, che era sotto attacco. Egli ubbidì immediatamente, ed è arrivò sul suo campo d'aviazione mentre i Cr.42 del 150° Gruppo lo stavano mitragliando, distruggendo un D.520 e danneggiandone gravemente altri due del GC. III/6. Preso di mira il velivolo del capitano Luigi Filippi, della 75s Squadriglia del 23° Gruppo Caccia, Le Gloan lo colpì con il suo cannoncino Hispano Suiza, facendolo precipitare in fiamme vicino alla fattoria Thermes, a solo 1 chilometro dal campo d'aviazione di Le Cannet. Poco dopo Le Gloan avvisto un velivolo Br.20, ed avendo esaurito le munizioni da 20 mm lo attacco sparando con le quattro mitragliere e con cinque passaggi lo abbatté, facendolo precipitare vicino alla fattoria del Moulin Rouge. Si trattava del Br.20 della 172a Squadriglia Ricognizione Strategica che con pilota il capitano Giorgio Parodi era stato incaricato di svolgere riprese fotografiche sopra gli aeroporti, per verificarne i risultati degli attacchi aerei. Restarono uccisi due membri dell’equipaggio, il caporale motorista Giovanni Bonanno e il caporale fotografo corporale Egisto Di Croce. Gli altri tre membri dell'equipaggio, il capitano Parodi, il maggiore Mario Salvadori (un ufficiale del servizio informazioni dell’Aeronautica a bordo come osservatore), e il mitragliere Attilio Imparato si salvarono e furono fatti prigionieri. Al caporale Giovanni Bonanno fu concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. per aver aiutato, benché gravemente ferito, il suo comandante, anch’esso gravemente ferito, a lanciarsi fuori dall’aereo in fiamme con il paracadute. Ma anche in questa vittoria di Le Gloan vi è da fare un commento. Secondo un altra fonte il Br.20 sarebbe stato attaccato intorno alle 12.00 dal sottotenente André Capdeviolle, della 6a Squadriglia del GC III/6, partito da Luc alle 11.49 con un altro pilota, quattro minuti dopo il decollo della sezione di Gloan. Ma a Capdeviolle non ha avuto assegnata una vittoria in collaborazione con Gloan, come invece era avvenuto tra quest’ultimo per i due abbattimenti conseguiti con il capitano Jean Bernache-Assollant. Nell’attacco all’aeroporto di Cuers Pierrefeu, attaccato dai Cr.42 del 150° Gruppo, furono mitragliati in parcheggio i velivoli Vought SB2U Vindicator della Squadriglia della Marina AB3, sei dei quali furono incendiati e distrutti dai proiettili da 12.7 delle mitragliere dei velivoli italiani. Una sezione di tre caccia Vought 151 della Squadriglia AC3, al comando del sottotenente di vascello Georges Carmeille, si trovava in volo, per un pattugliamento tra Le Luc en Provence e Saint-Raphaël. Vicino a Le Luc si trovò coinvolta in un combattimento con 15 caccia italiani del 18° gruppo che alla quota di 500 metri erano in volo di copertura, e senza riportare perdite i piloti francesi segnalarono l’abbattimento in comune di due Cr.42, assolutamente inesistenti. Altre due sezioni di caccia Bloch 151 della Squadriglia CA3 decollarono quando gli italiani arrivarono su Cuers. La prima sezione comandata dal tenente di vascello Ziegler, Comandante dell’AC3, che aveva per gregari i sergente maggiore Miramont e Briet, giunta in quota fu attaccata da Cr.42 sopra Cuers. Nel combattimento Il Bloch 151 di Ziegler, colpito gravemente, costrinse il pilota, che era ferito, ad atterrare sulla pancia senza una ruota del carrello, avendo l’altra carrello di sinistro tagliato a metà. Anche l’aereo del sergente maggiore Briet fu danneggiato ed ebbe il serbatoio della benzina perforato. Il sergente maggiore Jean-Louis Miramont, entrato in combattimento sopra le colline di Hyères, ebbe il suo Bloch 151 gravemente danneggiato. Tuttavia essendosi trovato a 50 metri dietro il CR.42 del capitano Nino Caselli del 150° Gruppo, lo abbatté intorno alle 12.00 con il tiro delle sue quattro mitragliatrici da 7,5 mm, per poi andare ad atterrare a Hyères. Caselli si salvò e fu fatto prigioniero. La seconda sezione di Bloch 151 dell‘AC3, al comando del Chief tenente di vascello Houcade, un pilota dell'Aeronautica militare passato nel 1939 all'Aviazione Navale, e con gregari Soulimont e Le Bihan pochi secondi dopo il decollo, si trovò in combattimento, e fu massacrata. Hourcade, attaccato da un Cr.42, ebbe l’aereo abbattuto, restando ucciso. Soulimont ingaggiò i caccia italiani ma fu immediatamente messo fuori combattimento e costretto ad effettuare un disastroso atterraggio con il suo aereo pieno di fori di proiettili. L’aereo di Marcel Le Bihan ricevette un proiettile nel motore e cinque minuti dopo il pilota tentò di atterrare nelle vicinanze di Rocbaron. Sfortunatamente, il suo aereo andò a schiantarsi contro un albero ed esplose. Le Bihan riuscì a uscire dal relitto in fiamme, ma morì cinque ore dopo in ospedale. I francesi hanno giustificato la perdita dei loro Bloch 152 considerandolo forse come il velivolo il meno efficace tra i loro caccia moderni, per la scarsa maneggevolezza e le prestazioni di poco superiori a quelle dei biplani italiani.[3] Il Cr.42 del tenente Giuseppe Enrico Zuffi, della 364a Squadriglia del 151° Gruppo Caccia, per un guasto alla manetta fu costretto ad atterrare a Cuers. Il pilota e il suo velivolo intatto furono catturati dai francesi, che poi restituirono il Cr.42 nell’agosto 1940 dopo qualche resistenza. In totale, riguardo ai loro successi sugli aerei italiani, i francesi hanno accreditate cinque vittorie al GC III/6 e tre o quattro rivendicate dalla Squadriglia AC3 della Marina. Gli aerei realmente perduti dagli italiani furono in realtà sei: un ricognitore Br.20 e cinque caccia Cr.42, dei quali uno atterrato per un guasto e catturato. Quindi al Massimo a La Gloan possono essere accreditati due abbattimenti da dividere assieme a Bernache-Assollant, e altri due personali, escludendo quindi un possibile Cr.42 danneggiato. Quindi quattro sicure vittorie (1 Br.20 e tre Cr.42) e non cinque; ma due di esse (escludendo l’abbattimento sicuro del capitano Filippi), conseguite in collaborazione con il capitano Assollant, sono da assegnare una per ciascuno. Pertanto gli abbattimenti personali sicuri di La Gloan del 15 giugno, si riducono a due Cr.42 e un Br.20, più forse il danneggiamento di un Cr.42. Le perdite francesi riportate nei mitragliamenti al suolo e nei combattimenti aerei del 15 giugno furono più alte di quelle italiane. La squadriglia caccia AC3 del’Aviazione Navale ebbe abbattuti due MB.151, con la morte dei due piloti (capitano Horcade e sergente maggiore Bihan), distrutti per atterraggi forzati altri due MB.151 (sergente maggiore Soulimant e tenente di vascello Ziegler), e altri due MB.151 danneggiati (sergenti maggiori Miramond e Briet). Infine, La squadriglia AB3 dell’Aviazione Navale ebbe distrutti al suolo sei bombardieri in picchiata Vought 156 Vindicator, mentre il GC III/6 ebbe distrutto al suolo un caccia D.520 e danneggiati gravemente altri due. Riepilogando i francesi persero undici aerei, e sei gli italiani, che avevano rivendicato l’abbattimento in combattimento di nove aerei distrutti in combattimento e di altri 15 al suolo. Al sergente maggiore Pierre Le Gloan, che nell'arco di poco più di quaranta minuti di volo, per dichiarazione proprie, perche in tre combattimenti nessuno vi aveva assistito, fu attribuito l’abbattimento di cinque aerei italiani, che rappresentava un record di grande valore, attribuendogli la qualifica di asso, anche perché gli furono accreditati entrambi, e non uno solo, i due bombardieri Br.20 abbattuti il 13 giugno assieme al il sergente maggiore Charles Goujon della 5a Squadriglia del GC III/6, portando il suo record personale a sette aerei italiani, invece dei quattro realmente abbattuti, più quattro tedeschi che aveva attaccato in precedenza sostenendone l’abbattimento. E tutto ciò gli valse la promozione sul campo a sottotenente, la croce di guerra con palme e le congratulazioni personali di un asso della prima guerra mondiale, René Fonck: settantacinque vittorie confermate. Infine, Le Gloan fu insignito della Legion d’Onore il 6 agosto 1940. Gli italiani avevano avuto la sgradita sorpresa di incontrare in combattimento i nuovi caccia Dewoitine D.520 del Gruppo GC III/6 "Roussillon", che in due sole azioni avevano abbattuto otto aerei, due bombardieri Br.20, un ricognitore Br.20 e quattro caccia Cr.42, senza subire perdite o danneggiamenti in combattimento, ed un solo velivolo distrutto al suolo. Fortunatamente, preparandosi la Francia a firmare l’armistizio con la Germania e mentre stava per iniziare l’offensiva italiana dei quattro giorni sulla frontiera delle Alpi, i velivoli della 1a Squadra Aerea non ebbero l’occasione di dover nuovamente incontrare il temibilissimo caccia francese. Infatti, il 20 giugno il Gruppo Caccia GC III/6 aveva ricevuto l’ordine di raggiungere Algeri. Decollando dall’aeroporto di La Salanque di Perpignan con i suoi trentanove D.520, e con il suo comandante capitano Paul Stehlin, arrivò a destinazione attraversando il Mediterraneo con piloti inesperti alla navigazione sul mare e basandosi soltanto sulla bussola per orientare la rotta.[4] Sul sergente maggiore Pierre Le Gloan, riguardo al sua trasferimento in Algeria, il generale Francesco Pricolo ha scritto alle pagine 90-91 del suoi libro La Regia Aeronautica nella Seconda Guerra Mondiale: A seguito dell’occupazione della Francia, durante il trasferimento in Algeria il pilota francese fu costretto ad atterrare in Sardegna per mancanza di benzina. Fatto prigioniero [e naturalmente catturato il suo velivolo] ed interrogato con cavalleresco rispetto sul grave episodio [del 15 Giugno], egli disse subito che per lui non era stato molto difficile abbattere quei nostri aerei. Sfruttando la maggiore velocità, egli poteva scegliere la più favorevole direzione di attacco; si piazzava a 100-150 metri dall’aereo italiano e sparava, senza alcun rischio, come ad un tiro al bersaglio, con il suo cannoncino da 20 millimetri HS”. Sappiamo che nel 1940 un Dewoitine D.520 fu provato in volo presso il Centro Sperimentale di Guidonia (Roma), e i piloti che lo valutarono rimasero impressionati, oltre dalla strumentazione di volo e l’elica a passo variabile manualmente, dall’armamento; in particolare dal cannone Hispano Suiza da 20 millimetri che sparava attraverso il mozzo dell’elica, con una dotazione di 60 colpi. Le quattro mitragliatrici alari portavano 2.700 proiettili. E’ possibile che si tratti dello stesso D.520 con il quale Le Gloan era atterrato in Sardegna. Su questo episodio non ho trovato alcun riscontro da parte francese. E il motivo, trattandosi di un personaggio orgoglio nazionale, conosciuto per le sue imprese in tutto il mondo, accreditato dell’abbattimento di diciotto velivoli (undici in Francia e sette in Siria), deceduto l’11 settembre 1943, mentre era al comando del GC III/6, per un incidente in atterraggio del suo velivolo Bell P-39N “Airacobra”, mi sembra chiaro. FRANCESCO MATTESINI[1][1] Giuseppe Santoro, L’Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Volume I, cit., p. 105-106. [2] SMEUS, Diario Storico del Comando Supremo, Vol. I (11.6.1940-31.8.1940), Tomo I, Diario, p. 20. [3] Il caccia francese Bloch MB 151, era un aereo molto robusto da farne un ottimo incassatore. La sua velocità era superiore a quella dei Cr.42, e l’armamento costituito da quattro mitragliatrici da 7,5. Nell’ultima variante del Bloch, l’MB 157 in volo nel marzo del 1942, non solo aveva caratteristiche migliori del Dewoitine D.520, ma il velivolo, provato dai tedeschi, fu poi considerato superiore alle caratteristiche del loro contemporaneo Foke-Wulf FW.190, avendo raggiunto, con il suo motore 14R da 1.580 Kv, una velocità dì 710 Km/h, mentre l’armamento comprendeva due cannoni HS 404 da 20 mm alimentati a nastro e quattro mitragliatrici da 7,5; ossia l’armamento era paragonabile a quello del caccia britannico Spitfire V, che tanto faceva dannare i piloti italiani del Macchi Mc. 202, che, grandissimi manovratori, erano privi di cannoncino, ed inferiori nel corso dei combattimenti ad altia quota, oltre i 7.000 metri. [4][4] Per la compilazione di questo capitolo, oltre a servirmi di documento d’archivio, pubblicazioni, articoli e servizi in Internet, sono state molto utili le ricostruzioni sul sito francese www,bilbert.fr – Lieutenant Pierre Marie Le Gloan Pilote au Groupe de Chasse CG 3/6 5éme Escadrille (1913 – 1943); e Groupe GC III/6 contre Regia Aeronautica, Le Gloan – Le Luc – 15 Juin 1940. Edited March 11, 2020 by Francesco Mattesini ubaldo, Giancarlo Castiglioni, Giuseppe Garufi and 2 others 5 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted March 13, 2020 Author Report Share Posted March 13, 2020 Ringrazio sentitamente Garufi, De Domenico, Castiglioni e gli altri che hanno apprezzato questo mio capitolo che é inserito testualmente nel mio saggio a cui ancora debbo dare un nome. Ero partito con L'Operazione Vado , il bombardamento di Genova,, e praticamente ho fatto, anche se in certe parti schematicamente, la guerra italoa-francese del giugno 1940. Nuovamente grazie Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Augusto Eusepi Posted February 22, 2024 Report Share Posted February 22, 2024 Sono il nipote del Capitano Nino Caselli (mia madre era Anna Caselli).Volevo solo precisare che mio nonno non si salvo' dopo l'abbattimento da parte di Miramont come viene invece riferito.Ne fu comunicata la morte alla famiglia e lo stesso Miramont, venuto in Italia circa 50 anni dopo a chiedere scusa alla vedova Ada Cheleschi Caselli e che partecipo' ad una cerimonia nel cimitero di Corfecciano dove è sepolto Nino Caselli, disse alla vedova che Nino Caselli era tremendamente ustionato e mori' poco dopo.Nino Caselli viene ricordato al Museo delll' Aereonautica e nel libro "In volo su Zerzura"di Chiarvetto, Noguera e Soffiantini relativo alla prima trasvolo del Gilf Kebir nel Sahara Libico del 1932.Il Capitano Caselli nei suoi anni in Africa ebbe anche l'onore di essere il navigatore di Sua Eccellenza Amedeo Duca D'Aosta in molti voli fatti insieme, come documentato da una foto con dedica dello stesso Principe che io custodisco con grande affetto per un nonno che non ho mai avuto l'onore di conoscere.Nino Caselli, laureato in Ingegneria Meccanica a Torino, ebbe ben 4 Medaglie d'Argento al Valore Militare e lascio' 2 figlie di 5 e 3 anni al momento della morte.Una si chiamava Anna e l'alltra Ala, cosi' nominata per via della sua enorme passione per il volo Ringraziando l'autore di questa importante opera storica sull' attacco agli aerporti francesi, porgo i piu' distinti saluti, Dr. Augusto Eusepi Luiz 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francesco Mattesini Posted February 27, 2024 Author Report Share Posted February 27, 2024 Genbtilissimo Signor Eusepi Le informaziuoni che io avevo, anche ufficiali, erano pertanto errate. Sono grato per il suo scritto e la sua precisazione, doverosa. Purtropo non posso intervenire per la correzione nel mio articolo. Le auguro buona serata. Francesco Mattesini Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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